Violenza sui minori sempre più frequenti
Non esiste nulla di più brutto ed aberrante di violenze ed abusi attuati su minori, o persone deboli ed indifese. Proprio in questi giorni abbiamo vissuto la brutta storia del piccolo Ryan, arrivato quasi in fin di vita all’ospedale di Genova, per le percosse ricevute, per quanto risulta dai primi approfondimenti, da parte dell’anziano compagno della nonna.
Un nonno acquisito, dunque, che il piccolo trattava come tale, fino al punto di insistere in un comportamento giocoso che avrebbe infastidito l’uomo, intento a lavorare. Questo avrebbe scatenato la brutale reazione dell’anziano, tanto da infierire sul piccolo con percosse tali, da ridurlo in condizioni pietose. Ma rendiamoci conto di come affronta, il nostro ordinamento, un reato così orribile ed inumano.
L’articolo 572 Codice Penale disciplina il reato di “maltrattamenti in famiglia”, mentre la legge numero 69/2019, nota come Codice Rosso, amplia la fattispecie di reato, individuando le condotte lesive perpetrate in danno di persone con cui si convive o si ha rapporto di familiarità. Stranamente il nostro Codice Penale ha dedicato particolare attenzione ai minori, quale soggetti attivi di reati, mentre non ha ritenuto di destinare un titolo specifico, in riferimento ai reati commessi in danno di essi, prevedendo solo disposizioni penali che si applicano “anche” per quella fattispecie di soggetti. In buona sostanza si parla sempre di delitti contro la famiglia e non contro il minore!
L’ articolo 571 Codice Penale, regola l’abuso dei mezzi di correzione, riferiti al regime di educazione, istruzione, cura e vigilanza: di fatto questo articolo sembra impropriamente iscritto tra i reati contro la famiglia, potendosi concretizzare anche al di fuori di un contesto familiare. Costituiscono maltrattamenti tutti quegli atti che provocano sofferenza fisica e morale sul minore, e le pene previste sono della reclusione da 6 a 12 anni: aumentate in presenza di aggravanti!
