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Villa dei Fiori, scontro aperto tra Torquato e i lavoratori. Il comitato: “Non ci rispetta” Provincia Provincia e Regione 

Villa dei Fiori, scontro aperto tra Torquato e i lavoratori. Il comitato: “Non ci rispetta”

Villa dei Fiori a Nocera Inferiore, scontro aperto tra il comitato dei lavoratori e il sindaco del comune capofila dell’Agro Manlio Torquato. Il primo cittadino- fanno sapere i lavoratori- ha attaccato sia i lavoratori che i consiglieri che hanno chiesto la convocazione del Consiglio comunale per sbloccare una vicenda che si trascina da sette anni: il Comitato dei 200 lavoratori di Villa dei Fiori ha immediatamente risposto a Torquato. “Leggiamo le dichiarazioni del sindaco Torquato sulla questione Villa dei Fiori. Ci atteniamo ai fatti.
Ci definisce Casa di Cura privata omettendo che siamo una struttura accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale. Torquato dice che i 6 consiglieri che hanno chiesto la convocazione del Consiglio (quattro di maggioranza e due di minoranza) si erano già distanziati dalla maggioranza. Una questione che riguarda decine di posti di lavoro e il miglioramento dei servizi per i cittadini la riduce, in puro politichese, a bega politica. Quei consiglieri, al di là di ogni schieramento, hanno riscattato l’onore del Comune pensando ai cittadini e alla città e non a giochi di palazzo. Dice che i Comitati non hanno “nomi e cognomi”. Li hanno e come, ma lui non ha mai letto le lettere e le petizioni e quindi non l’ha visto. Hanno nome e cognome i 1600 cittadini che hanno firmato la petizione al Comune che lui ha ignorato. Hanno nome e cognome i 200 lavoratori di Villa dei Fiori che curano oltre 500 persone al giorno, e tutti i documenti sono firmati da chi li rappresenta: la dr.ssa Antonella Derna e il dottore Giovanni Somma, che firmano anche questo comunicato a nome di tutti e di cui il sindaco ha numero di telefono e indirizzo mail. Torquato dice che “non si fa condizionare”. È vero: non si fa condizionare dai suoi cittadini perché non li ascolta, non gli importa cosa dicano o chiedano o che rischino il posto di lavoro. Ma è pagato per farlo. Perché i cittadini non sono i suoi sudditi e lui non è il loro padrone “incondizionabile”, ma il rappresentante eletto per fare i loro interessi. Dice che non è lui a decidere ma la magistratura. Non è mai lui a decidere. Una volta dipende dal dirigente tecnico un’altra dal magistrato, un’altra ancora da chissà chi. Non ha mai nessuna responsabilità e nessun ruolo, sono sempre gli altri a dover decidere. E lo dice dopo sette anni! Ma allora poteva dirlo sette anni fa che le decisioni spettano alla magistratura. Poteva dirlo anche quando la giunta approvava ciò che ora non vuole che il Consiglio approvi. Ci dà degli ignoranti perché dice che gli si chiede ciò che non spetta a lui (tanto per cambiare) ma al presidente del Consiglio comunale. Si leggesse lo Statuto in cui c’è scritto “al Sindaco o al presidente del consiglio”. Prendiamo atto che con lui si può parlare solo tramite i giudici. D’accordo: giudice amministrativo, civile (per i danni), penale. Oltre che con la Corte dei conti. Un “dialogo giudiziario” che ovviamente andrà al di là di quando, fra tre mesi, lascerà definitivamente il palazzo comunale”, fanno sapere i rappresentanti del Comitato Antonella Derna e Giovani Somma.

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