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Versano la caparra per un viaggio di studi a New York ma il Covid li blocca: 10 liceali salernitani si rivolgono al Tribunale Attualità 

Versano la caparra per un viaggio di studi a New York ma il Covid li blocca: 10 liceali salernitani si rivolgono al Tribunale

Versano la caparra a dicembre 2019 ma non possono viaggiare a fine luglio 2020 a causa del covid. Dieci studenti di un liceo salernitano e le loro famiglie si sono rivolte ad un legale, l’avvocato Giovanni Rago, per ottenere il rimborso della caparra versata perché il viaggio a New York è stato annullato. La loro richiesta-scrive la Città – fa a cazzotti con la legge entrata in vigore durante il periodo emergenziale per il Covid che, contrariamente a quanto stabilito dalla normativa europea e dal Codice del Turista, non prevede il rimborso in denaro, ma solo l’emissione di un voucher, peraltro non garantito, da spendere, entro l’anno successivo, per una vacanza con caratteristiche uguali. Ed è questo il punto sul quale è sorta la querelle legale perché alcuni dei partecipanti si sono diplomati quest’anno scolastico e non potranno partecipare allo stesso progetto di studio. E il buono per loro vale come carta straccia. Viaggio cancellato. A fine anno per effetto della pandemia da coronavirus che ha bloccato per alcuni mesi, a partire dallo scorso marzo, gli spostamenti di persone tra gli Stati e continenti, sono stati annullati tutti gli spostamenti tra gli Stati. Così è accaduto anche per i liceali salernitani che, all’inizio del mese di aprile, hanno ricevuto la mail di recesso da parte della società londinese con filiali in Italia, per il sud a Bari, che aveva organizzato la vacanza per un corso “full immersion” nella realtà d’Oltreoceano per imparare la lingua inglese ed effettuare scambi culturali per approfondire gli standard di vita a “stelle e strisce”.

Gli studenti sarebbero stati ospiti di della Fordham University di New York (estranea ai fatti). La partenza era fissata per domenica prossima. Il volo di rientro, invece, era programmato il 1 agosto. Nulla da fare. Quando le famiglie si sono attivate per avviare la pratica di ristoro per il viaggio non goduto, si sono trovati di fronte ad un telefono muto. Per settimane è stato impossibile comunicare con la società che organizza viaggi studio anche in Inghilterra. E detto silenzio è durato per alcune settimane. Quindi i familiari degli studenti rimasti in Italia per le conseguenze del Covid hanno deciso di aderire alle vie legali per riavere quanto già versato, come recita la normativa italiana prima della modifica legislativa che ha abolito il rimborso in denaro. Per partecipare alla vacanza studio, le dieci famiglie salernitane avevano versano lo scorso dicembre l’acconto di 300 euro per confermare la partecipazione. Altri 600 euro sarebbero stati pagati nella seconda rata che alcuni hanno versato prima della diffusione del Covid.

A guidare la “protesta” è stato il gruppo di mamme. È nata una sorta di “class action” per raggiungere l’obiettivo del recupero di quanto già versato per il viaggio cancellato causa forza maggiore. Famiglie che non gradiscono l’ipotesi del voucher, obbligato per legge, perché alcuni non po- trebbero sfruttarlo e verrebbero rimborsati con un titolo inutilizzabile. L’esclusivo utilizzo per un’altra vacanza, uguale a quella non effettuata, è la limitazione più grossa alla quale si oppongono le famiglie salernitane. L’appiglio legale è il momento in cui è avvenuto il recesso: prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge numero 9 che prevedeva la doppia possibilità. Il colpo di spugna legislativo è avvenuto in Parlamento quando, con l’approvazione dell’articolo 88 bis della legge, è sparito il ristoro in denaro . Il ricorso delle famiglie salernitane si fonda, come prima ipotesi, sulla disapplicazione della legge italiana in favore di quella europea e poi sull’impossibilità per alcuni viaggiatori di effettuare lo stesso viaggio l’anno successivo con il ticket. In supporto delle loro tesi è intervenuto con una nota anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che prevede il rimborso economico. In tutta questa vicenda c’è un dato, che non è normativo, di cui bisogna tenere conto: la delusione di dieci liceali di toccare con mano una realtà, qual è quella americana, tanto acclamata e pubblicizzata attraverso i media internazionali.L’appuntamento è solo rinviato.

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