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Tragedia a Roma, muore in un incidente la salernitana Serena Greco: era stata schermitrice alla Nedo Nadi e arbitro della disciplina Cronaca Primo piano 

Tragedia a Roma, muore in un incidente la salernitana Serena Greco: era stata schermitrice alla Nedo Nadi e arbitro della disciplina

Si era trasferita da dieci anni nella Capitale, lasciando il quartiere Carmine per lavoro e perchè aveva seguito il marito maestro di Scherma. Sulle strade di Roma, invece, ha trovato la morte. Serena Greco, 38 anni di Salerno, si è spenta nell’ospedale “Umberto Primo” dove era stata trasferita d’urgenza dai volontari del 118 intervenuti in corso Trieste, nel centro della Capitale, all’altezza dell’incrocio semaforico con via Nomentana. Viaggiava in sella a uno scooter Piaggio Liberty.  Si era trasferita nella capitale per seguire il marito, Maestro Alessandro Di Agostino, era impiegata presso un centro Caf. Lascia due bambini. Serena è cresciuta con la scherma nel Dna, prima nella Nedo Nadi Salerno, poi come arbitro.

 

Dalla pagina facebook “Noi poliziotti per sempre” si legge

 

Se potesse tornare indietro e riavvolgere il tempo fino alle 16 di ieri pomeriggio quando ha sentito sua moglie per telefono che gli diceva «Sono sulla Nomentana, fra poco arrivo a casa»  le avrebbe detto «Amore fermati, non proseguire, accosta il motorino» ma lui, insegnante di scherma della Federazione italiana, non poteva sapere cosa sarebbe accaduto e così ha chiuso il telefono, convinto di sentire, di lì a poco, il rumore delle chiavi che aprono la porta di casa e di vedere Serena rientrare, liberarsi della giacca a vento, della borsa e abbracciare entrambi i suoi figli, ancora troppo piccoli per dire addio alla loro madre. Ma il tempo è un tiranno: passa e si porta dietro – senza possibilità di replica – tutto quello che accade nel mezzo. Serena Greco, 38 anni, un sorriso pulito e uno sguardo amorevole, a casa non è mai rientrata, il marito dopo quell’ultima telefonata l’ha aspettata invano fino a quando ha iniziato a preoccuparsi. Poi con un’applicazione del cellulare ha geolocalizzato la moglie e l’ha trovata ferma a via Nomentana. Si è insospettito, ha chiamato la madre: «forse è successo qualcosa a Serena, non rientra, non mi risponde più al telefono». In un attimo Alessandro era in strada e quando ha visto le sirene accese della polizia locale, il traffico paralizzato, ha abbandonato l’auto all’angolo con Corso Trieste ed è corso verso il punto esatto dell’incidente. Ha riconosciuto il motorino fatto a pezzi della moglie. Ha visto quella orribile e lunghissima scia di sangue. Ha capito, ma non avrebbe mai voluto. «Dove sta mi moglie, come sta?», ha chiesto con un nodo alla gola ai vigili. Uno di loro non ha potuto far altro che abbracciarlo. Nei suoi occhi spaesati, colmi di lacrime, di fronte al policlinico Umberto I si legge tutta la disperazione di un uomo profondamente innamorato di sua moglie: «Non c’è più», riesce a malapena a sussurrare. Serena è deceduta dopo pochi minuti dal suo ingresso al pronto soccorso, in seguito a quel terribile incidente avvenuto in una delle centralissime strade di Roma che i residenti di zona definiscono “maledetta”. Lavorava in un centro Caf. Ieri pomeriggio stava tornando a casa pronta a passare un’altra serata con la famiglia. Le prime castagne da mangiare davanti alla tv, prima di portare a letto i figli. «Viveva per loro e per suo marito», racconta chi la conosceva. E le foto del suo profilo Facebook lo confermano: la semplicità di una vita normale, genuina. Strappata via in un pomeriggio d’autunno per un terribile incidente di cui ancora dovrà essere ricostruita la dinamica e che potrebbe esser stato causato da un’auto che si è poi data alla fuga.

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