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Tecnologia e innovazione, l’Italia è ancora in ritardo Economia Lifestyle 

Tecnologia e innovazione, l’Italia è ancora in ritardo

L’Italia è il paese delle tradizioni, delle vecchie conoscenze, dei saperi tramandati di generazione in generazione.
Certo una forza, ma a volte un limite, specie in un’ottica di innovazione e industria 4.0.
A essere necessaria è una visione politica, ma anche la predisposizione dei capitani d’impresa di accogliere i cambiamenti con positività.

A livello politico è stata tuttavia assente l’industria nei dibattiti che si sono susseguiti.
Forse anche per questo nel nostro Paese il cambiamento è ancora ben lungi da essere protagonista della produzione.
Per aggiustare il tiro serve tanto impegno, ma anche prevedere le condizioni migliori per realizzare tutte le innovazioni possibili.

Il nostro Paese, spesso affetto da tecnofobia e mancanza di visione, non può che adeguarsi ai nuovi parametri industriali mondiali, o rimarrà tagliato fuori dal mercato.
La vera sfida è quindi cercare di utilizzare le nuove tecnologie come un’occasione per umanizzare il lavoro, facendole sentire propedeutiche, complementari e non alternative all’uomo.

Basti un esempio su tutti: reiterare all’infinito operazioni pericolose in ambienti a rischio, sono mansioni che potrebbero essere relegate alle macchine.
In questo modo i benefici sarebbero esponenziali: si aumenterebbe la qualità del lavoro delle persone, che non lo perderebbero in favore delle macchine, e si potrebbero modernizzare i processi industriali di un Paese che non deve perdere quest’occasione per rialzarsi definitivamente dopo la crisi degli ultimi 10 anni. (fonte: logisticamente.it)

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