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«Su Eboli veto di Torquato» Rescigno svela i retroscena Politica Primo piano 

«Su Eboli veto di Torquato» Rescigno svela i retroscena

«La candidatura di Ciro Eboli fu respinta dal sindaco»; «Non facemmo manifesti perché c’erano polemiche sulle affissioni selvagge». Tra esitazioni, «non ricordo», conferme e anche delle contestazioni, sei consiglieri comunali hanno testimoniato, ieri mattina, su alcuni aspetti legati all’indagine dell’Antimafia, «Un’altra storia», che ipotizza un patto tra la criminalità organizzata e alcuni candidati alle scorse elezioni a Nocera Inferiore, oltre ad un fenomeno di corruzione elettorale. A rispondere alle domande del pm Vincenzo Senatore, del collegio presieduto dal magistrato Franco Russo Guarro e dei legali difensori, sono stati i consiglieri di maggioranza Umberto Iannotti, Paolo De Maio, Luciano Passero, Antonio Franza, anche assessore, e Saverio D’Alessio. Con loro anche il consigliere d’opposizione, Pasquale D’Acunzi, il non eletto Marco Ventra, l’ex segretario Luigi Cobellis e Felice Rescigno, ex dirigente dell’Udc.

Premessa importante: molti dei consiglieri potrebbero essere nuovamente sentiti, quando il tribunale disporrà della trascrizione di tutte le intercettazioni dell’inchiesta (tre i periti che se ne occuperanno). Diverse le circostanze emerse dalle varie deposizioni: nessun consigliere ha mai sentito parlare né conosceva l’ex boss Antonio Pignataro, figura chiave per la Dda per la realizzazione di una casa famiglia a Montevescovado, con il supporto presunto degli allora candidati al consiglio, e oggi imputati, Ciro Eboli e Carlo Bianco. Ma diversi degli eletti hanno ammesso di conoscere invece Luigi Sarno, il giovane imputato che avrebbe orientato il voto di alcune persone dietro il pagamento di somme di denaro e di aver gestito l’affissione dei manifesti di alcuni candidati durante le elezioni del 2017. «Frequentavamo la stessa scuola – ha detto Iannotti – e per un periodo abitava nella mia stessa strada. Gli chiesi un sostegno per le elezioni, ma avevo dei dubbi perché credo supportasse anche altri candidati». «Mi fu presentato da un amico – ha invece detto Passero – poi in una riunione al mio comitato, gli fu chiesto di contare i voti in alcune sezioni. Ma penso che non lo ha mai fatto». «Frequentava il comitato elettorale – ha detto De Maio – gli diedi 20-30 euro per inserire fac-simile nella posta delle abitazioni e di raccogliere preferenze durante lo spoglio. Lo rimproverai sull’affissione dei manifesti, invece, perché aveva usato lo scotch». Altro nodo del dibattimento la candidatura di Ciro Eboli nell’Udc, partito a sostegno del sindaco Manlio Torquato: «Informai il sindaco – ha detto D’Alessio – dopo una riunione al comune per la sottoscrizione delle candidature e gli chiesi se fosse opportuna. C’erano voci non positive su di lui, su di una parentela con Michele Cuomo. Il sindaco mi disse che avrebbe provveduto». Fonte: il Mattino

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