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Studenti in piazza a Napoli contro la Regione “per un piano scolastico sicuro” Attualità Italia e Mondo 

Studenti in piazza a Napoli contro la Regione “per un piano scolastico sicuro”

Scendono in piazza a Napoli gli studenti delle scuole superiori.

Due i presidi annunciati: alle 10 davanti il palazzo della Regione Campania e alle 14.30 davanti alla stazione Università della metropolitana.

Gli studenti rivendicano “una scuola sicura, non discriminatoria, che tenga conto delle nostre diverse possibilità affinché nessuno venga lasciato indietro. Per questo motivo – dicono – abbiamo bisogno che la scuola sia aperta, che non venga vista e trattata come un luogo di contagio ma piuttosto come strumento di prevenzione, attraverso un piano di screening periodici del personale e degli studenti”.

Manifestazioni che sono state decise anche alla luce dei dati sul contagio pubblicati dall’Unità di crisi regionale. Dati che i ragazzi dicono di aver accolto “con sgomento. De Luca ha fallito sul piano della scuola, della sanità, dei trasporti e adesso non può pensare di lavarsi le mani delegando le decisioni agli enti territoriali senza tener conto delle disparità. Vogliamo – affermano -che la Regione prenda atto delle sue mancanze e che cominci, una volta per tutte, a mettere in atto un piano reale e concreto di ristrutturazione e ripensamento della scuola e di tutto ciò che le gravita attorno affinché il rientro possa essere veloce e, soprattutto, duraturo”. Gli studenti delle scuole superiori sono rientrati in aula, non senza scioperi e manifestazioni, lo scorso 1 febbraio dopo uno stop iniziato il 16 ottobre 2020 deciso dalla Regione. Un rientro le cui modalità gli studenti giudicano “fallimentari e questo non è altro che il sintomo naturale – dicono – di un sistema e di una classe dirigente che ignora le problematiche del mondo della scuola e le nostre necessità, e che per mesi non ha mosso un dito per ristrutturare, ampliare e ripensare i luoghi dell’istruzione. Se la DaD non era scuola – proseguono – risultano insostenibili anche le lezioni in didattica mista anche per la mancanza di adeguate attrezzature tecniche, dai pc alla connessione internet”. “Siamo stanchi – concludono – di venir messi in secondo piano: pretendiamo che sia la società a venir modellata in funzione della scuola e non viceversa. Perché la scuola è e deve tornare a essere una priorità”

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