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Spostamenti tra regioni dal prossimo 3 giugno, resteranno chiuse ancora quelle a rischio Attualità Italia e Mondo 

Spostamenti tra regioni dal prossimo 3 giugno, resteranno chiuse ancora quelle a rischio

«E’ presto per parlare della riapertura dei confini regionali. Potremo decidere solo alla fine della prossima settimana, tra venerdì e il 1 giugno, quando conosceremo gli effetti delle riaperture del 18 maggio». Roberto Speranza, ministro della Salute, resta prudente. E se è vero che nel cronoprogramma della ripartenza è cerchiata in rosso la data del 3 giugno per gli spostamenti tra regioni , è anche vero «che tutto dipenderà dagli indici di contagio che registreremo al momento della decisione». Speranza saluta con soddisfazione e massima cautela gli ultimi dati: «Sono incoraggianti, il Paese sta reagendo bene. Ma attenzione: questi numeri riportano la situazione relativa all’allentamento del lockdown del 4 maggio. Invece gli effetti della riapertura del 18 maggio potremo leggerli solo a fine mese, quando si capirà quanti contagi sono avvenuti da allora. Sarà quello il momento in cui faremo le valutazioni sugli spostamenti tra Regioni. Sempre con grande prudenza, perché il rischio di tornare indietro non è escluso. La battaglia non è vinta e siamo ancora dentro una fase complessa, guai a dare segnali che il pericolo è definitivamente scampato».  Per capire l’incertezza della situazione sono utili le parole di uno dei componenti del Comitato tecnico scientifico (Cts): «Per avere il quadro completo dell’allentamento del 18 maggio, bisognerà attendere addirittura il 10 giugno e soltanto il 25 giugno sapremo se il sistema tiene davvero: l’indice R0 sarà sicuramente cresciuto, ma se non salirà sopra l’1 vorrà dire che siamo ai livelli rassicuranti della Germania».
E’ perciò infondata – smentita dal Cts, oltre che dai ministeri della Salute e degli Affari regionali – la notizia che sarà possibile spostarsi dopo il 3 giugno tra Regioni con lo stesso indice di contagio. Non solo. Se la situazione restasse quella attuale, a sentire il presidente dell’Istituto superiore della sanità Silvio Brusaferro, in quella data gli spostamenti non sarebbero neppure possibili: «La questione della mobilità tra Regioni va affrontata con un numero di nuovi casi ancora più ridotto rispetto a quello che abbiamo». Cosa accadrà dunque il 3 giugno? «Se il quadro sarà rassicurante in tutte le Regioni, non ci saranno più limitazioni agli spostamenti, altrimenti si rinvierà di una settimana l’allentamento», spiega una fonte di alto rango che segue il dossier, «oppure, com’è più probabile, riapriranno i confini solamente le Regioni a basso indice di contagio, mentre resteranno chiuse per una o due settimane in più quelle con un tasso di rischio ancora alto». Un concetto ribadito dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: «Se i dati dovessero variare, se una Regione entra nella sfera di alto rischio non si apre, è evidente. Se si resta dentro il basso rischio sarà possibile la mobilità interregionale. I controlli sui dati saranno quotidiani».
Al momento c’è solo la Valle d’Aosta in una fase critica, la Lombardia appare vicina a uscire dal tunnel. «La situazione valdostana è però particolare, il numero degli abitanti è limitato e basta un nulla per far scattare gli indicatori di allarme. Un po’ come è accaduto in Molise e in Umbria dove però l’allerta è per fortuna subito rientrato», spiegano al ministero della Salute.
In attesa del 3 giugno, Speranza resta fermo alla lettera inviata l’altra sera al presidente della conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini. Al governatore emiliano che gli aveva chiesto di autorizzare gli spostamenti oltre-confine regionale per visitare congiunti in Comuni limitrofi, il responsabile della Salute ha risposto spiegando che ciò è possibile solo per «ragioni d’urgenza» o per «comprovate esigenze di lavoro e sanitarie». Così come recita l’articolo 1 comma 2 dell’ultimo decreto. E anche se l’Abruzzo, il Veneto, le Marche, l’Emilia Romagna etc hanno deciso di autorizzare comunque gli spostamenti nei Comuni vicini ai confini per visitare i congiunti, il ministro Boccia non appare intenzionato a impugnare le ordinanze. In quanto Speranza, con la sua lettera, non ha del tutto escluso la possibilità di spostarsi riconoscendo le «ragioni di urgenza».
Non tutti i governatori però sono per aprire i confini. Ecco il campano Enzo de Luca: «Apprezzo le dichiarazioni del ministro Boccia per il quale l’apertura della mobilità interregionale non è scontata ma subordinata alla situazione epidemiologica. È una posizione ragionevole che mi convince». E il lombardo Attilio Fontana: «Se riapriremo i confini il 3 giugno? Non posso dare una risposta fintantoché non vedremo i prossimi dati. Se i dati dovessero continuare ad andare, come sembra, in questa direzione, è molto probabile che si possa anche uscire dalla Regione».

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