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Spaccio a Salerno, sconto di pena per pochi. Confermati i 15 anni di reclusione per Ciro D’Agostino Cronaca Primo piano 

Spaccio a Salerno, sconto di pena per pochi. Confermati i 15 anni di reclusione per Ciro D’Agostino

Gestivano le piazze di spaccio di Salerno città e alcune zone dell’Agro, i proventi delle attività- sceondo l’Antimafia salernitana- in gran parte servivano per “mantenere” le famiglie dei detenuti. Pochi sconti di pena e tante conferme di condanna. Accolto in Appello il ricorso di Stefano Maisto (1 anno e 4 mesi rispetto ai 20 mesi dell’abbreviato); sei mesi di sconto per Roberto Barbarisi condannato a 1 anno e 8 mesi; un anno e mezzo per Ciro Galioto (stangato con cinque anni e mezzo nel primo grado); u anno e 8 mesi di reclusione per Armando Mastrogiovanni, condannato in primo grado a sei anni di carcere. Galioto e lo stesso Mastrogiovanni sono stati anche scarcerati se non detenuti per altra causa. Restano confermate le pene per Ciro D’Agostino (condannato in primo grado a 15 anni, 4 mesi e 20 giorni); Massimiliano Sabato (condannato in primo grado a 7 anni, 4 mesi), Michele Cavallo (condannato in primo grado a 4 anni, 11 mesi e 10 giorni), Carmine Caputo (condannato in primo grado a 4 anni, 10 mesi e 20 giorni), Gianluca Carratù (condannato in primo grado a 1 anno, 4 mesi), Emilio Marmo (condannato in primo grado a 1 anno), Rosario Cavallo (condannato in primo grado a 1 anno con pena sospesa), Enrico Alfano (condannato in primo grado a 5 anni, 5 mesi e 10 giorni). E’ quanto deciso ieri pomeriggio dai giudici della Corte d’Appello di Salerno: 60 giorni per le motivazioni prima che i difensori (nel collegio ci sono tra gli altri Michele e Francesca Sarno, Pierluigi Spadafora e Luigi Gargiulo). Promotore, finanziatore, scrive Metropolis in edicola oggi-dirigente e organizzatore del traffico illecito era Ciro D’Agostino, fratello dei boss di via Capone ora in carcere Antonio e Giuseppe. La rete di spaccio a Salerno città fu smantellata nel 2017 dalla Squadra Mobile di Salerno a seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Altri imputati avevano optato in precedenza per il rito alternativo. Le indagini coordinate dall’Antimafia di Salerno, pubblico ministero Rocco Alfano, erano partite nel 2015.  

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