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Sos codice rosso, quando la tecnologia salva dalla violenza Attualità Primo piano 

Sos codice rosso, quando la tecnologia salva dalla violenza

Il vero cuore pulsante della polizia di Stato è al quarto piano della questura. È qui che c’è una equipe di operatori «formati» ad ogni evenienza, pronti a raccogliere le segnalazioni dei cittadini e a coordinare gli interventi della volanti. Ricevono centomila telefonate l’anno, tra le ventimila e le trentamila ogni mese, oltre cinquemila al giorno producendo più di cinquecento interventi da parte delle pattuglie delle Volanti. Il loro non è un lavoro semplice. Nella mente di uno degli agenti è ancora vivo il ricordo di quella chiamata giunta una sera di primavera del 2014 quando veniva segnalato, a Torrione, un sospetto caso di cannibalismo. Segnalazione che, purtroppo, risultò essere fondata: Lino Renzi, un uomo con problematiche mentali, aveva mangiato la mamma anziana. Ma, per loro, arrivano anche momenti di gioia: come la lettera di ringraziamento inviata da una uomo da loro salvato dal suicidio.

LA STORIA
L’aspirante suicida aveva chiamato per essere confortato in un momento di grande confusione emotiva: voleva farla finita lanciandosi nel vuoto. Ma, prima di mettere in atto il suo intento, aveva cercato aiuto e conforto chiamando al numero 112 europeo. È qui che un poliziotto lo ha ascoltato, ha sentito la sua storia, ha tirato fuori le sue emozioni, inviando subito una segnalazione alle volanti. La telefonata è stata intercettata, ha consentito di individuare il luogo da cui arrivava e ha permesso di inviare una pattuglia dell’Ufficio prevenzione generale (agli ordini dei vicequestori Giuseppina Sessa e Vincenzo Alaia) sul posto. Qui, mentre un poliziotto cercava di far parlare l’uomo, appeso alla balaustra di una strada, pronto a lanciarsi giù, un altro lo ha abbracciato, tenuto stretto e riportato alla vita.

IL METODO
È qui che la polizia di Stato mostra la propria specialità nella materia. Le segnalazioni di violenza vengono tutte registrate e il numero di telefono dal quale arrivano viene «allarmato». L’operatore che prende la telefonata redige, nell’immediato un promemoria della denuncia raccolta che viene poi inserita in una check list su piattaforma ministeriale. Una soft consolle, poi, avvisa gli operatori ogni volta che arrivano telefonate dal quel numero. Quelle chiamate hanno una linea preferenziale e, nell’immediato, il poliziotto in servizio viene avvisato e «informato» sulle telefonate precedenti così da poter far partire immediatamente l’intervento di aiuto. E, purtroppo, raccontano dalla sala operativa, le telefonate di questo tipo sono tante. Sono le liti familiari quelle che, più di altre segnalazioni, mettono in allerta gli agenti e producono un intervento delle pattuglia. Nulla viene trascurato o lasciato al caso. Tante anche le richieste di aiuto di genitori anziani picchiati dai figli e, purtroppo, di nonne disperate vittime delle violenze dei nipoti.
YOUPOL
Proprio ai ragazzi è dedicata questa app, YouPol, che attraverso una sorta di messaggistica istantanea consente ai giovani di poter denunciare episodi di bullismo e di droga. Al momento della registrazione l’utente può anche segnalare proprie eventuali disabilità, così da poter consentire alla polizia di intervenire. Nata come app per i giovani, e pubblicizzata nel corso di incontri con gli studenti nelle scuole, Youpol sta prendendo piede anche tra gli adulti che non solo inviano messaggi direttamente raccolti dalla centrale operativa ma hanno anche la possibilità di effettuare telefonate. Ciascuna segnalazione, anche quella degli adulti, viene comunque presa in considerazione. (fonte: ilmattino.it)

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