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Videosorveglianza a Eboli, 10 indagati dall’Antimafia di Salerno: accuse di peculato e falso Cronaca Provincia e Regione 

Videosorveglianza a Eboli, 10 indagati dall’Antimafia di Salerno: accuse di peculato e falso

Sono 10 gli indagati a vario titolo per turbata libertà degli incanti e dei procedimenti di appalto, corruzione in atti contrari ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, peculato, falso ideologico e materiale, al Comune di Eboli. Undici in tutto gli episodi contestati, alcuni dei quali in concorso continuato, negli anni dal 2015 al 2018. Il Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, Silvio Marco Guarriello, ha chiuso infatti la fase preliminare coordinata dalla Dda sulla videosorveglianza comunale, con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a carico degli accusati, tra cui ci sono il sindaco Massimo Cariello e l’assessore alla Manutenzione Ennio Ginetti. La vicenda è quella che ruota attorno all’installazione del nuovo sistema di videosorveglianza nel Comune di Eboli, avvenuta tra il 2017 ed il 2018. A denunciare il sindaco ed alcuni funzionari dell’amministrazione comunale, è stato un tecnico, Fabio Ciaglia che sostiene di aver curato personalmente l’installazione  delle telecamere e di non essere stato pagato per le sue prestazioni. Ciaglia sostiene di aver ricevuto l’incarico di installare gli occhi elettronici, ma agli atti non ci sarebbe alcun atto formale. Anzi. Il sindaco Cariello, in passato, avrebbe detto che l’unico interlocutore del Comune era la società Wind. Ciaglia ha più volte chiesto il compenso (pari a circa 20mila euro) lanciando accuse anche via social all’amministrazione comunale. Poi si è deciso a denunciare tutto ai Carabinieri, documentando il lavoro fatto per la videosorveglianza e le registrazioni dei colloqui con i rappresentanti del Comune. Ad ogni modo, le nuove telecamere di sicurezza sono costate circa 200mila euro ed hanno sostituito le precedenti ormai obsolete su richiesta della Polizia municipale.

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