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Simonetta Lamberti, vittima innocente a Cava de’ Tirreni: per lei una piazza di Napoli Politica Provincia e Regione 

Simonetta Lamberti, vittima innocente a Cava de’ Tirreni: per lei una piazza di Napoli

Ieri Simonetta Lamberti avrebbe compiuto 48 anni, se non fosse stata falciata 36 anni fa dal piombo della camorra, a Cava de’ Tirreni. Da ieri, a lei è intitolato un largo nella città di Napoli, a metà strada tra piazza Borsa e via Marina. «Questa giornata ha un significato enorme – racconta la madre Angela Procaccini – è una gratificazione dopo anni duri, da attraversare e da superare». Una mattinata di sole incornicia il filo invisibile tra memoria e speranza. Un percorso di risalita, dall’abisso del dolore all’orizzonte di una nuova vita. Perché quando ha cessato di vivere Simonetta la bambina, è venuta al mondo Simonetta il simbolo di legalità. Una rinascita incarnata dalla mamma Angela, che le stazioni della sofferenza le ha incontrate tutte. «Non perdetevi mai d’animo, cercate di reagire alle difficoltà della vita con tenacia » dice ai ragazzi delle scuole presenti. Accanto a lei, insegnante e scrittrice, c’è Simonetta Serena, nata dopo l’omicidio della sorella. Da Cava de’ Tirreni sono invece arrivati gli studenti del liceo musicale De Filippis-Galdi, dello scientifico Genoino e dell’Iis Della Corte- Vanvitelli. Tutti sembrano emozionati e ascoltano in silenzio. A scoprire la targa e piantare un ulivo, donato dalla Coldiretti Napoli e da Aprol Campania, sono i sindaci di Napoli, Luigi de Magistris, e Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli: le città unite dalla breve vita di Simonetta. Una vita troncata dai sicari il 29 maggio 1982, nell’attentato al padre Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina. Padre e figlia tornavano in auto da Vietri, dopo una giornata al mare. «Quell’episodio ha rappresentato il momento più terribile della nostra storia sociale e politica – afferma Servalli – Ha segnato profondamente la comunità, Simonetta è rimasta indelebile nella memoria di tutti i cavesi, e questo messaggio si è trasferito di generazione in generazione. Simonetta è il momento più alto della nostra battaglia anti camorra e anti violenza». Il sindaco di Cava ricorda anche quando, due anni dopo, in città venne il presidente della Repubblica Sandro Pertini, per scoprire una targa nell’istituto per ragionieri. «Da studente – rievoca – mi è rimasta impressa l’immagine dell’anziano presidente in lacrime». Ma la parabola di Simonetta Lamberti insegna come dal pianto si approdi al perdono. La madre Angela lo predica da anni, anche ai ragazzi del carcere minorile di Nisida. E lo ha messo in pratica, di fronte alla confessione di Antonio Pignataro, 7 anni fa. «Aveva sognato Simonetta – racconta lei – Questo sogno si era ripetuto più volte e lo aveva talmente scioccato che lui a un certo punto ha deciso di confessare, perché non sapevano che fosse parte del commando. Non mi vergogno a dire che mi ha fatto pena. Quest’uomo, 36 anni fa, era un ragazzo che ha fatto una cosa di cui forse non si rendeva conto. Ma che ha tenuto in corpo per tanto tempo e che poi è venuta fuori con i sogni. Mi volle chiedere perdono, non riusciva a dire nemmeno una parola. E io dissi non ti preoccupare, io ti perdono. Tanto non perdonarti non mi procura niente. Se può far stare meglio te, forse è bene che io ti perdoni». E de Magistris la addita ad esempio: «Angela ha trasformato un dolore immenso in impegno civile per la vita e per i giovani». Fonte: La Città di Salerno

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