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Selvaggia Lucarelli contro la raccolta fondi per Chiola, la famiglia di Palomonte replica: “Nessuna truffa” Attualità Provincia Provincia e Regione 

Selvaggia Lucarelli contro la raccolta fondi per Chiola, la famiglia di Palomonte replica: “Nessuna truffa”

“Sta girando sui social questa raccolta fondi per Adriano Chiola. Che fine fanno i soldi? Non ho elementi per fidarmi”. È quanto scrive sui suoi canali social, la giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli, seguita da oltre un milione di follower, in riferimento alla raccolta fondi avviata dalla comunità di Palomonte, nel salernitano, ed intestata al giovane meccanico 24enne, Adriano Chiola, affetto da un tumore cerebrale raro, che a partire dal 20 settembre dovrà essere sottoposto ad una cura sperimentale del costo di 43mila euro.
Cura con cellule che ad oggi, viene somministrata soltanto nelle cliniche di Spagna e Germania e per la cui somministrazione Adriano è iscritto nelle liste d’attesa di un nosocomio tedesco dove gli verrà impartita la cura sottoforma di vaccinazione.
Un tumore aggressivo che interessa il cervello, scoperto dal giovane a seguito di una serie di esami sanitari a cui si sottopose nel 2016 dopo essere stato vittima di un incidente stradale e che oggi, dopo due interventi di rimozione della massa tumorale e continui cicli di chemio e radioterapia, vede una sola speranza di possibile guarigione in una cura a base di cellule dendritiche che viene effettuata all’estero. Una storia  che ha fatto il giro del web ed è finita sotto la lente d’ingrandimento della giornalista Selvaggia Lucarelli che ha inserito il “Caso Adriano Chiola” in quella che potrebbe essere una possibile truffa. “Ora sta girando questa storia, condivisa anche da attori noti- scrive la Lucarelli sui social, pubblicando la locandina-da questa paginetta striminzita apprendiamo poco o niente. Dalle dichiarazioni della sorella, che però bisogna cercare via google, -il riferimento della Lucarelli è al nostro precedente articolo-di più, ma non basta parlare di cure sperimentali. Ma soprattutto: quello è un iban personale del ragazzo. Chi monitora il flusso di soldi? Servono 43mila euro, ma se ne raccolgono 43500,00 euro, che ne fanno? E noi non lo sapremo mai. Sto dicendo che è una storia finta e sono dei truffatori? No. Sto dicendo che non ho elementi sufficienti per fidarmi. E, soprattutto, che le raccolte fondi non si fanno così”. Tramite social è arrivata anche la risposta delle ideatrici della raccolta fondi per Adriano Chiola, alcune ragazze, Sandra e Mara, di Palomonte che hanno risposto alla Lucarelli- “E’ una corsa contro il tempo-scrive una giovane-non c’è stata neppure la lucidità di trovare un modo diverso di raccogliere i fondi, essendo la locandina un messaggio rivolto soprattutto alla comunità locale dove tutti conoscono tutti e dove grazie alla generosità delle persone, la raccolta fondi è diventata virale sui social. Di ciò-sottolinea la giovane-la colpa di certo non è della famiglia. Lucarelli ha avuto una caduta di stile, la famiglia invece ha altro a cui pensare”. Anche la sorella del 24enne replica “Nessuna truffa, la raccolta fondi è partita dalle persone vicine alla mia famiglia che hanno voluto aiutarci- spiega. -Noi familiari-sottolinea-non avevamo diffuso alcuna notizia. La comunità di Palomonte, sapendo la scadenza che abbiamo per sottoporre mio fratello alla cura sperimentale, ci ha aiutato e supportato avviando la raccolta fondi solidale che fino ad oggi, vede 5.365,00 euro raccolti sul conto corrente Iban intestato a mio fratello –(conto corrente IT64T0834276700006010063308 intestato a Adriano Chiola)- e 4mila euro in contatti raccolti con il banchetto di piazza dall’associazione no profit “Vita” che ha rilasciato regolare ricevuta di avvenuto versamento”. Intanto, il 20 settembre Adriano sarà sottoposto ai primi prelievi del sangue che saranno analizzati nei laboratori medici tedeschi.

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