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Scafati, Grimaldi (PD): “Grave situazione epidemiologica in città, si adotti il modello Ferrara” Provincia 

Scafati, Grimaldi (PD): “Grave situazione epidemiologica in città, si adotti il modello Ferrara”

“Nonostante i tanti sacrifici fatti da cittadini ed attività commerciali e produttive, la diffusione del virus Covid19 a Scafati e in tutto l’Agro Nocerino Sarnese desta enorme preoccupazione, con tassi di contagio doppi rispetto alla media regionale. Al netto delle legittime richieste di maggiori controlli e degli altrettanto legittimi appelli alla cittadinanza a rispettare regole e precauzioni, è evidente che qualcosa non torni, non funzioni”, lo scrive Michele Grimaldi, capogruppo consiliare dei Democratici e Progressisti di Scafati. “Per questo – prosegue – come Coalizione Insieme per Scafati, abbiamo scritto alle autorità competenti (dalla Regione Campania all’Asl Salerno, dall’Unità di Crisi regionale ai Sindaci del distretto) per chiedere che nel distretto sanitario ASL 61 venga applicato il modello di contenimento e contrasto al virus che si sta sperimentando in queste settimane in provincia di Ferrara. L’idea nasce da un paper elaborato dall’associazione Left Wing che ha dato alla luce un progetto curato dal professore Andrea Crisanti, da operatori che hanno accesso ai Big data come Google, da università, istituti statistici, giuristi e legislatori. Le proposta, in sintesi, è quella di superare la spirale aperture-chiusure che ha caratterizzato questa fase, al fine di evitare gli enormi costi in termini di vite umane, sociali ed economici che comportano aperture i chiusure indiscriminate. Se non si arresta la diffusione e dunque le possibilità di mutazione del virus, la stessa campagna vaccinale rischia di rivelarsi insufficiente. Per questo proponiamo di passare da un sistema di contact tracing, ad un sistema di Network testing: dove grazie ad un approccio multi-sistemico e all’ausilio di laboratori mobili, aumento dei tamponi e sistemi informatici integrati, si possano velocemente isolare e testare tutti coloro che sono venuti a contatto con un positivo al virus, e che si siano stati nei suoi stessi spazi (siano essi luoghi di lavoro, scuole, ambienti familiari, esercizi economici). Il virus va combattuto recidendo alla base la possibilità di contagio, e intervenendo celermente per spezzare la catena e permettendo al tempo stesso, una vita normale – sempre con le dovute precauzioni – al resto della popolazione. Abbassata la curva del contagio, crediamo che dare la certezza alla popolazione che i sacrifici siano finalizzati ad una ripresa della vita, e non all’attesa del prossimo e sempre più ravvicinato lockdown, sia un approccio più giusto e probabilmente anche più funzionale, e soprattutto comprensibile agli occhi dei cittadini”, conclude Grimaldi.

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