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Sarnese uccise extracomunitario a Pomezia, condanna definitiva per un 24enne Provincia e Regione 

Sarnese uccise extracomunitario a Pomezia, condanna definitiva per un 24enne

Aveva ucciso un extracomunitario a Pomezia, nel Lazio. Ora è arrivata la condanna definitiva per un 24enne sarnese, V.B. L’accusa era di omicidio preterintenzionale, la vittima Abdellaziz Fatkhani, marocchino morto in ospedale nell’agosto del 2016 per le ferite riportate dopo una colluttazione per l’occupazione di una casa abusiva. L’uomo fu colpito con un oggetto in metallo.

 

In primo grado Bevilacqua, a conclusione del processo col rito abbreviato, era stato condannato dal Gup di Velletri a 10 anni e otto mesi di reclusione per omicidio volontario. Secondo una ricostruzione dei fatti, i carabinieri della Stazione di Pomezia, intervenuti presso un complesso di edilizia popolare, sentirono alcune urla provenienti dal porticato. Videro Fatkhani mentre, armato di un’accetta, inseguiva un giovane. Alla vista dei militari, il marocchino fermò la sua corsa e fu colpito alla fronte da uno sgabello metallico lanciato da un giovane. Dalle indagini emerse che Bevilacqua e la sua convivente quel giorno avevano occupato abusivamente un appartamento, abitato da una famiglia marocchina, e Fatkhani aveva tentato di contrastare quell’occupazione. Era nato un violento scontro, con l’episodio dell’accetta e il successivo lancio dello sgabello. Dopo il fermo, Bevilacqua ammise la sua responsabilità, sostenendo però di avere agito per legittima difesa, lanciando quell’oggetto solo per ostacolare l’aggressione che stava subendo. In secondo grado di giudizio, con sentenza pronunciata nel giugno del 2018, il 24enne sarnese ottenne dalla Corte di Assise di Appello di Roma l’applicazione della pena concordata con il Procuratore Generale per il reato di omicidio preterintenzionale, con il dimezzamento della condanna a cinque anni, sei mesi e venti giorni di reclusione. Avverso la pronuncia della Corte di Appello di Roma, il giovane ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, sezione penale presieduta da Francesca Morelli, denunziando violazione di legge e vizi motivazionali. L’ermellino giudicante ha dichiarato inammissibile il ricorso sancendo “In tema di concordato in appello, è ammissibile il ricorso in cassazione avverso la sentenza emessa che deduca motivi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere al concordato, al consenso del pubblico ministero sulla richiesta ed al contenuto difforme della pronuncia del giudice, mentre sono inammissibili le doglianze relative a motivi rinunciati, alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento”.

 

 

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