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Salvini, feeling con De Luca: «Io suo allievo? Lo supererò» Politica Primo piano 

Salvini, feeling con De Luca: «Io suo allievo? Lo supererò»

Uno, dopo l’incontro, posta una foto sorridente con il ministro; un altro l’attacca appena scende dalla Prefettura. Basta questo per riassumere come siano cordiali i rapporti tra Matteo Salvini e il governatore (il primo caso) e quanto siano freddi, se non siderali, con il sindaco de Magistris. Tanto che il titolare del Viminale poi sbotta: «Al tavolo ha detto delle cose, fuori ne va a dichiarare altre. Allora era il fratello, il cugino, un sosia a dichiarare». Un doppio binario di rapporti istituzionali. E si vede.

A margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura Salvini e De Luca si fermano a chiacchierare una ventina di minuti da soli. I due si conoscono da tempo e, al di là delle diverse opinioni politiche, si stimano. Diverse poi non tanto (vedi il capitolo sicurezza) se il governatore scherza sul fatto che il leader leghista è un suo «allievo» e il secondo ci ride sopra: «Con De Luca si è parlato di sanità, di Salerno, di camorra. Mi prendo dell’allievo per questioni anagrafiche e mi ripropongo di superare l’eventuale maestro non a parole, ma con i fatti». Il punto vero, al di là delle battute, è che i due, oltre che di camorra e immigrazione, si sono soffermati a discutere con una convergenza di opinione su due punti. E che poi sono strettamente legati. Il debito enorme del Comune di Napoli che rischierebbe il default e il fatto che proprio palazzo San Giacomo, per un disguido, non ha permesso il funzionamento delle telecamere che la Regione ha installato alla Sanità. Lamentela, quest’ultima, su cui insiste l’ex sindaco di Salerno.

E il titolare del Viminale lo sottolinea pubblicamente anche durante l’incontro con la stampa. Mantenendo, però, un profilo istituzionale e senza menare troppi fendenti. Però due cose le evidenzia. La prima: «Sui reiterati attacchi di de Magistris non dico nulla, vado oltre perché mi attengo ai doveri di ministro ma – ecco la sciabolata – se a Napoli c’è un debito di 1,7 miliardi dopo sette anni della sua amministrazione, allora qualche responsabilità ce l’ha». La seconda: «Poi mi si deve spiegare perché su 716 telecamere installate, la metà non funziona». E ancora, sulle occupazioni abusive, il ministro sottolinea il caso dei centri sociali: «Occorre riappropriarsi di alcuni immobili occupati: anche questa è illegalità ed io la vedo diversamente dal sindaco».

Su De Luca, invece, parole suadenti se il ministro sottolinea, parlando dell’emergenza campi rom, come: «Il governatore mi ha illustrato un suo progetto per recuperare e riqualificare il campo di Scampia». Poi, sollecitato dai cronisti, il vicepremier regela altre considerazioni sulla situazione sicurezza a Salerno. «Mi è stato sottolineato – dice – qualche problema di ordine pubblico, sul lungomare, sul commercio abusivo, di delinquenza, di racket, legato al fenomeno dell’immigrazione. È una delle città italiane con il più basso tasso di criminalità straniera, perché purtroppo è un mercato già abbondantemente coperto dalla criminalità italiana e quindi qua la priorità è quella. È chiaro che poi i due fenomeni si intrecciano, però i numeri dicono che a Salerno va un po’ meglio». Insomma, la seconda città della Campania finisce nell’albo d’oro salviniano delle pratiche virtuose contro la criminalità. Il feeling con il governatore ed ex sindaco di Salerno sfuma nella polemica diretta con il sindaco di Napoli.

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