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Salerno, “Walter Castagna non voleva uccidere Quaranta”: assolto Cronaca 

Salerno, “Walter Castagna non voleva uccidere Quaranta”: assolto

Assolto Walter Castagna, l’ex pentito non pianificò l’omicidio di Nino Quaranta, delitto mai avvenuto e maturato – secondo la Dda di Salerno, nell’ambito della “guerra” per il controllo della security nei bar e locali notturni di Salerno e provincia. Per il gup Carla Di Filippo del Tribunale di Salerno, il fatto non sussiste. Castagna è stato condannato a dieci mesi di reclusione per la sola accusa del possesso della pistola: l’arma che sarebbe dovuta essere usata per ammazzare il concorrente nella gestione della guardiania. Della quale si viene a conoscenza attraverso alcune intercettazioni contenute nel fascicolo di un’inchiesta della procura di Nocera Inferiore: quella sulla morte della culturista cavese, Anna Milite .

Nel corso del giudizio abbreviato, per Castagna è caduta anche l’accusa di turbata libertà del commercio per le pressioni che sarebbero state esercitate secondo la pubblica accusa – su alcuni titolari di disco-bar della Piana del Sele che si erano rivolti alla organizzazione guidata da Quaranta per la sicurezza dei propri locali. Di conseguenza è venuta meno anche quella di associazione per delinquere di tipo mafioso, sostenuta dalla Dda. Per gli stessi reati è stato assolto anche Vincenzo Cortiglia , di Eboli, che era il killer designato nel piano accusatorio sostenuto dalla Procura. Anche per Cortiglia, il fatto non sussiste.

Esce assolto dall’udienza preliminare anche il poliziotto penitenziario Massimiliano D’Amborsio che avrebbe fatto parte della squadra della security di Castagna. Per tutti gli altri, invece, si procederà con il rito ordinario. Fedele Salvatore e Salvatore Lo Bosco di Battipaglia hanno deciso di difendersi al dibattimento davanti al tribunale. La stessa scelta è stata fatta da Vieru Ionut Vasile , l’uomo armadio, che risponde, in concorso con Salvatore e Lo Bosco, di lesioni personali aggravate.

Secondo le accuse, in parte cadute all’esito dell’udienza preliminare, a settembre dello scorso anno, gli addetti alla sicurezza vicini a Castagna progettarono una spedizione punitiva contro il personale addetto alla guardiania di un locale della zona industriale di Battipaglia. Castagna – sostiene la Procura – era deciso a farsi spazio e scalzare i concorrenti, pronto a fare «ramaggi» che, in dialetto locale, significa «fare danni». E non solo. Quando si era accorto che i “guaglioni di Nino”, ovvero gli addetti alla sicurezza collegati a Quaranta, titolare di una palestra di Salerno, suo ex socio in affari, avevano sconfinato a Battipaglia, voleva ammazzarlo e si era attivato per procurarsi una pistola. Gli elementi raccolti per sostenere la prova delle accuse rivolte all’ex pentito, non hanno superato lo scoglio dell’udienza preliminare, perché il giudice Di Filippo, nel decidere sulla richiesta di condanna chiesta dalla Procura, ha assolto sia Castagna, che sarebbe stato il promotore, sia Cortiglia, che in origine si era autodenunciato del possesso della pistola che, ad avviso degli inquirenti, doveva essere usata per ammazzare il concorrente Quaranta.

Nel fascicolo è compreso anche l’episodio del pestaggio al figlio di Lo Bosco, per la quale D’Ambrosio era accusato, poi assolto, di omessa denuncia perché in qualità di agente di pubblica sicurezza non aveva informato l’autorità giudiziaria. Le altre posizioni sono state archiviate. Il giudice si è riservato i canonici tre mesi per depositare le motivazioni della sentenza. A sostenere le tesi difensive c’erano, tra gli altri, gli avvocati Stefania Lorica , Laura Toriello , Marco Muscariello e Federico Tarallo .

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