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Salerno, tagli all’asilo di Piantanova: si esce 75 minuti prima e resta una sola maestra. La rivolta dei genitori contro il Comune Attualità 

Salerno, tagli all’asilo di Piantanova: si esce 75 minuti prima e resta una sola maestra. La rivolta dei genitori contro il Comune

Si sono ritrovati spiazzati, si sentono truffati e senza possibilità di alternative, ma non sono intenzionati a subire passivamente una decisione che, a loro dire, penalizza i bimbi. Le famiglie dei piccoli allievi della scuola dell’infanzia “Piantanova – Palazzo d’Avossa”, a Via Botteghelle, chiede un confronto immediato conl’Amministrazione che ha disposto, a partire dal 3 febbraio – a distanza di soli 12 giorni dalla comunicazione alle famiglie – l’anticipo dell’orario di uscita dei bambini alle 14 e 30 (a fronte di un’uscita allo stato prevista fino alle 15 e 45), la riduzione delle insegnanti da due ad una soltanto, con la modifica delle attività educative e didattiche, e la diminuzione dell’impegno che viene dedicato ad alcuni piccoli allievi che necessitano di specifica attenzione a causa di particolari difficoltà di ambientamento e apprendimento. Orari e provvedimenti che poco sembrano coincidere con l’immagine di Salerno come città all’avanguardia proprio per il numero di asili nido, ma che, come sottolinea al quotidiano La Città oggi in edicola Manuela Zambrano, in rappresentanza dei genitori, le famiglie sperano ancora possano essere rivisti e corretti. «Sappiamo che la decisione non è ancora definitiva, quindi, chiediamo non venga attuata e che, eventualmente, questi cambiamenti vengano riproposti all’inizio del prossimo anno, così le famiglie avranno tutto il tempo di organizzarsi». Spesso gli asili nido sono l’unica soluzione per consentire ai genitori di lavorare entrambi, e qualsiasi cambiamento può seriamente stravolgere equilibri di orari e di organizzazione faticosamente trovati. «Riteniamo questa decisione sbagliata nel merito, irrispettosa nel metodo, illegittima nella forma. Nel merito è dannosa per i bambini, che perderebbero la continuità educativa ed affettiva con un’insegnante a metà dell’anno scolastico, facendo inevitabilmente i conti con una riorganizzazione improvvisata delle attività; è dannosa per le famiglie che hanno programmato gli orari, e gli aiuti di familiari o baby sitter, per l’anno scolastico, e che si troverebbero nella necessità di trovare diffìcili soluzioni in corso d’opera; è dannosa per le insegnanti, delle quali non si rispetta la programmazione del lavoro e la continuità di un ruolo così delicato alla luce della tenera età degli allievi, per non parlare del troncamento di una continuità emotiva delicata»; è quello che scrivono i genitori della Piantanova in un lettera inviata al sindaco, Vincenzo Napoli, all’assessore alla pubblica istruzione, Èva Avossa, alla segretaria generale, Ornella Menna, e al direttore del Settore Istruzione e Formazione, Tommaso Esposito. Al lungo elenco di disservizi che, a parer delle famiglie, verrebbero creati da questa decisione, i genitori aggiungono anche che «è dannosa per l’amministrazione comunale, esposta ad una pessima immagine sui mezzi di informazione, a sicure azioni risarcitone degli scriventi, ma soprattutto ridotta a fonte di pericolo e problema per gli amministrati, per i quali dovrebbe invece essere elemento di supporto e soluzione».

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