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Salerno Porta Ovest, Francesco Messineo: “Lavori ripartiti e monitoraggio geologico avviato” Economia Italia e Mondo 

Salerno Porta Ovest, Francesco Messineo: “Lavori ripartiti e monitoraggio geologico avviato”

Il 16 gennaio 2019 sono ripartiti i lavori di Salerno Porta Ovest. Dopo 9 giorni dalla consegna del cantiere da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale al Consorzio Arechi, le macchine sono state messe in funzione e gli opera i sono tornati a scavare. Il tunnel stradale a due canne che consentirà di raggiungere il porto commerciale, bypassando il viadotto Gatto ed evitando il passaggio di mezzi pesanti in città, non è più un’utopia. Ne parliamo con l’Ingegnere Francesco Messineo, responsabile unico del procedimento del progetto Salerno Porta Ovest, nonché Segretario Generale dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale.

  • Ingegnere Messineo, il progetto Salerno Porta Ovest è nato nel 2004 con un protocollo d’intesa tra il Ministero delle Infrastrutture, la Regione Campania, il Comune e l’Autorità Portuale di Salerno. Il piano redatto era diviso in due lotti: il primo concerneva il collegamento in galleria tra lo svincolo autostradale e il porto commerciale di Salerno. Il secondo lotto prevedeva, invece, la realizzazione di un’area retroportuale in una zona vicino alla svincolo autostradale di Salerno centro. Ad oggi, cos’è cambiato rispetto al progetto originario?

“Dei due lotti solamente quello inerente al collegamento stradale tra l’autostrada e il porto è stato progettato fino al livello definitivo. Alla redazione del progetto, ha fatto seguito la gara d’appalto e, poi, una volta aggiudicata all’ATI Tecnis, nel 2012, sono partiti i lavori, sospesi con il passaggio della Tecnis all’amministrazione straordinaria ai sensi della Legge Marzano. Attualmente è il Consorzio Arechi ad occuparsi dei lavori perché ha fittato il ramo d’azienda di Porta Ovest per 6 mesi. Dopo questo tempo si suppone che la Tecnis possa trovare un acquirente del ramo d’azienda al quale affidare, in via definitiva, i lavori.
In questa prima fase di lavori sono impegnati circa 50 operai, di cui 14 ex lavoratori della Tecnis. Quando il cantiere andrà a pieno regime e si lavorerà su entrambi i fronti, saranno 100 gli operai impiegati.
La realizzazione dell’aerea retroportuale, invece, è stata affidata al Comune di Salerno che ha ricevuto un finanziamento dal Cipe, trattandosi di un sito lontano dal porto e non di competenza dell’AdSP”.

  • I lavori, in via cautelativa, sono ripresi dall’area di Cernicchiara e non da via Ligea, a causa del contenzioso in corso tra Autorità Portuale e la Società Autostrade Meridionali (Sam) S.p.A.. Ci può spiegare la questione?

“La Società Autostrade Meridionali sostiene che i lavori della galleria rappresentino un’interferenza con l’autostrada Napoli-Salerno e abbiano danneggiato un viadotto. A confutare tale tesi ci sono, però, le perizie dei tecnici dell’AdSP e della Procura della Repubblica”.

  • Come intendete, quindi, procedere?

“Abbiamo avviato un monitoraggio capillare per garantire che i lavori di Porta Ovest non mettano in alcun modo a repentaglio la sicurezza del versante attraversato e delle opere d’arte ivi esistenti. La nostra galleria è del tutto indipendente dall’autostrada che sta al di sopra. È stato previsto il coinvolgimento di esperti e l’impiego di attrezzature sofisticate, che controlleranno la sicurezza geotecnica del cantiere di Porta Ovest. Al Prof. Alessandro Mandolini, del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” è stato commissionato un parere geotecnico in merito alle problematiche di stabilità dei versanti interessati dalla realizzazione dell’intervento Salerno Porta Ovest. L’incarico di monitoraggio delle ‘Deformazioni gravitative profonde di versante e delle opere d’arte autostradali interessate dalla realizzazione dell’intervento’ è stato conferito, invece, al Cugri, il Centro interuniversitario per la prevenzione dei grandi rischi, con sede presso l’Università di Salerno. È stata assegnata, inoltre, ad un pool di tecnici del Dipartimento di strutture per l’ingegneria e l’architettura (Dist) dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” la redazione del ‘Testimoniale di Stato’ attestante le condizioni attuali delle infrastrutture autostradali e ferroviarie corredato della documentazione fotografica ed eventuali elaborati grafici, per la riproduzione fedele dello stato e delle condizioni dei luoghi.  I viadotti che saranno monitorati costantemente sono tre: l’Olivieri, l’Orfanotrofio e il viadotto Madonna del Monte”.

  • A che scopo il cantiere verrà posto sotto stretta osservazione da un pool di tecnici esperti?

“Monitorare le opere autostradali che interessano la realizzazione della galleria ha lo scopo di accertare eventuali modifiche che le opere esistenti potrebbero subire in termini di vibrazioni, deformazioni o spostamenti durante la realizzazione dei lavori e di fornire indicazioni utili sugli interventi e gli accorgimenti da avviare nella denegata ipotesi in cui tali deformazioni superino i valori di allerta. Il controllo dei lavori, per tale ragione, durerà fino alla conclusione degli scavi”.

  • Dopo 15 anni dalla nascita del progetto, è stato realizzato il 60% della lunghezza complessiva della galleria. Quanto tempo ci vorrà per terminare l’opera? Tenendo presente che, se entro il 2022 non verranno utilizzati i 150 milioni di euro finanziati dall’Unione europea, i soldi andranno persi.

“Il nostro obiettivo è terminare l’opera entro il 2022. Se non ci saranno intoppi, i tempi verranno rispettati, ma il cronoprogramma potrebbe subire variazioni nel caso in cui, dai monitoraggi emerga qualche segnale di cedimento da parte dei versanti o delle strade coinvolte. I lavori sono finanziati dall’Unione Europea attraverso il Pon, il Piano operativo nazionale. Questo intervento ha già sfruttato due programmazioni (2007-2013 e 2013-2020) e non è possibile attivarne una terza.  Se i soldi, dunque, non verranno spesi entro il 2022, scadranno. A quel punto, non solo si perderanno i fondi ancora da erogare, ma lo Stato italiano dovrà restituire all’Unione Europea anche i fondi che ha ricevuto fino ad oggi. Lavoreremo, come abbiamo fatto finora, per evitare che ciò accada”. (fonte: adsptirrenocentrale.it)

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