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Salerno, le associazioni Help e Salute e Vita: “Pandemia, fate presto prima che si perda il controllo” Attualità 

Salerno, le associazioni Help e Salute e Vita: “Pandemia, fate presto prima che si perda il controllo”

La fase Covid di ritorno ed i compiti delle Istituzioni di prossimità. Chiediamo tracciabilità e trasparenza!
A partire dall’autunno inoltrato assistiamo al ritorno dell’incubo Covid-19 nella città di Salerno ed in buona parte della sua provincia. Aumento vertiginoso dei contagi rilevati (circa 80/100 positivi in un giorno nella solo città capoluogo), assistenza territoriale in grave difficoltà ed in affanno, posti letto Covid tra intensiva e subintensiva che rischiano in breve tempo di arrivare vicini alla saturazione.
Tutto ciò in una condizione di incertezza che potrebbe peggiorare nelle prossime settimane causa l’inverno, ma soprattutto causa diffusione delle varianti (inglese, brasiliana e sudafricana, per citarne alcune).
Ricordiamo che è stato certificato che 1 caso su 4 positivi in Campania risulta essere collegato alla variante inglese, quindi più contagiosa e di per sé potenzialmente più letale; inoltre, nella giornata di ieri, il presidente della Regione Campania ha annunciato che è stata trovata in Campania una nuova variante mai registrata in Italia, la B.1.525.
Sussistono tutte le premesse per gravi conseguenze per la salute della popolazione! Le Associazioni Salute e Vita ed Help Tutela e Sostegno dei Consumatori chiedono al Sindaco di Salerno ed ai consiglieri, di maggioranza e di opposizione, a tutela della salute dei cittadini (che li hanno investiti della loro fiducia a rappresentarli), una presa di posizione sui seguenti punti, rivendicandone l’operatività:
1. La necessità di un monitoraggio cittadino giornaliero di positivi graduati, ricoverati e decessi Covid, suddivisi per quartieri, frazioni e fasce d’età, al fine di rendere edotta la popolazione sulle dinamiche del contagio, far crescere la consapevolezza dei rischi reali ed organizzare la partecipazione alle misure di profilassi, evitando le imposizioni dall’alto. Senza partecipazione popolare, la profilassi risulta un fallimento. D’altro canto bisogna interrompere l’atmosfera di estrema incertezza, tra paure irrazionali e negazionismo cieco, che sembra affiorare nel comune sentire della cittadinanza, già duramente provata dal recente lockdown. Del resto non comprendiamo perché questo percorso trasparente di tracciabilità dei casi, divisi per quartieri e frazioni della città capoluogo, non possa essere fatto, visto che tale suddivisione è avvenuta nella città di Napoli, come richiesto dalla consulta popolare sanitaria dove, tra gli le altre, fa parte l’associazione di Medicina democratica. In provincia di Salerno lo stesso Comune di Pellezzano, con il Sindaco Francesco Morra, autonomamente da subito ha scelto tale percorso trasparente, elencando i numeri dei contagiati divisi per frazioni del Comune, proprio per rispondere all’esigenza della tracciabilità e per fornire uno strumento in più alla popolazione. I dati forniti oggi dall’Asl di Salerno lasciano stupefatti per la gravità della situazione che dipinge un quadro allarmante della provincia di Salerno. Balzano infatti agli occhi che, ad esempio, su 36.777 contagiati totali dall’inizio della pandemia, attualmente sono positivi 23.348 persone, dunque sono al momento il 64% i casi scoppiati nelle ultime settimane. La trasparenza e l’informazione sono diritti fondamentali: è dunque legittimo e necessario sapere quanti sono a Salerno città e nelle sue frazioni e quartieri. Ancora ci lasciano senza parole il numero fornito oggi dei casi giornalieri: su 1.135 casi dell’intera Regione Campania, 519 casi risiedono nella provincia di Salerno, ovvero il 45% dei casi registrati.
2. L’urgenza di rendere efficiente il sistema di intercettazione dei contagiati ed isolamento dei focolai con una tempistica accettabile, evitando le chilometriche file presso l’unica USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale –medico ed infermiere- introdotte con il DPCM del 9 marzo 2020, con lo scopo di prestare assistenza domiciliare ai contagiati/pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero) presente in città (ribadiamo la necessità di aprire una seconda USCA nella zona occidentale) ed evitare tempi di attesa per i responsi troppo lunghi, la segregazione oltre ogni limite di umana tollerabilità dei soggetti in quarantena per i ritardi dei test e soprattutto per il silenzio che intercorre dopo essere stati messi in quarantena. Abbiamo infatti ricevuto diverse segnalazioni di cittadini che, una volta essere stati messi in quarantena fiduciaria, non hanno più avuto un contatto continuativo con Asl o Comune per garantire una continuità celere di servizi, come il ritiro dei rifiuti, né tantomeno viene garantita un’informazione ed un protocollo chiaro, condiviso con gli ammalati, su come si procederà per uscire poi dalla quarantena. Tale situazione fa sorgere il dubbio che molti casi sfuggano alle statistiche e non vengano neanche riportati nei dati ufficiali.
3. Colmare rapidamente i vuoti organizzativi della rete territoriale ed ospedaliera che mostrano falle evidenti prima ancora di andare all’impatto con un aumento significativo degli ammalati da assistere. Purtroppo capita che le ambulanze con pazienti positivi sostino per molte ore nei Pronto Soccorso in attesa di un ricovero. Bisogna urgentemente riorganizzare e rafforzare la sanità sui territori. La medicina di base mostra affanno nel controllare il diffondersi della virosi per carenze strutturali, ma anche per l’assenza di protocolli impostati, sia diagnostici che terapeutici. La promessa, mai concretizzata, di creare un nuovo tipo di intervento territoriale mediante le USCA, è rimasto sulla carta, né si vede una prospettiva a breve termine per una medicina territoriale che abbia direzione e risorse per agire, invece di attendere il peggio. La medicina di prossimità e l’indirizzo proattivo devono diventare cose reali e non solo slogan buoni per la propaganda, mentre la pratica del lasciare i pazienti sospetti a domicilio con l’incertezza della diagnosi o senza terapie, si è dimostrata un fallimento che è costato la vita di tanti cittadini anche nella provincia di Salerno. Ad un anno dal picco della pandemia, il ripetersi della situazione lombarda nel nostro territorio sarebbe un crimine contro la nostra comunità cittadina. Un delitto, non una fatalità, per il quale richiederemmo giustizia.
4. Rendere la situazione dei trasporti cittadini tale da non trasformare le attuali autolinee e ferroviarie locali in focolai di trasmissione del Covid e quindi aumentare le corse con un distanziamento reale all’interno di carrozze sanificate e sorvegliate con regolarità.
5. Respingere ogni ipotesi di ritorno al blocco dell’assistenza per i malati non Covid sia nei distretti che negli ospedali. L’interruzione dell’assistenza già ha prodotto – ci risulta – un aumento della mortalità generale durante il lockdown, e non dobbiamo permettere raggiunga limiti intollerabili per un Paese civile: ciò è possibile attivando i punti precedenti e assicurando percorsi differenziati per Covid o sospetti, uso test rapidi in PP.SS.
6. L’attivazione di un sistema di difesa e percorsi protetti per i soggetti fragili (sofferenti mentali, portatori di disabilità o malattie rare, anziani con malattie degenerative, etc.), che sono maggiormente esposti al rischio Covid ma anche alle complicanze che i ritardi delle terapie possono indurre in situazioni segnate da riduzione dell’autonomia e degli spostamenti.
7 Assunzione immediata di tutto il personale sanitario disponibile per sopperire la situazione d’emergenza, dando fondo alle graduatorie di idoneità per consentire il parziale recupero dei vuoti di organico e l’avvio di tanti servizi inattivi per carenza di personale.
Sappiamo che questi semplici punti fermi ricadono in gran parte sotto la gestione regionale, ma è dovere del primo cittadino e dei consiglieri, tutti, oltre che delle associazioni e realtà di base, far sentire la propria voce, specialmente in questo momento difficile per Salerno e per l’Italia.
Le scriventi associazioni chiedono quindi al primo cittadino ed ai rappresentanti eletti in consiglio di fare proprie queste rivendicazioni e di rivolgerle adesso a chi direttamente gestisce la Sanità regionale, in un ruolo che non può ignorare. Si richiama il governo regionale e centrale, insieme alle Direzioni pubbliche delle Strutture Sanitarie Locali, alle proprie responsabilità.
“Fate Presto” prima che si perda il controllo!

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