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Salerno-Avellino, il raccordo fantasma e l’eterno “imbuto” Cronaca Primo piano 

Salerno-Avellino, il raccordo fantasma e l’eterno “imbuto”

Un miliardo di euro. È questa la cifra monstre per lavori pubblici ancora bloccati nel Salernitano. Opere che sono già state finanziate ma che, per vari motivi, non vedono ancora la luce. Un danno per l’economia locale, sia da un punto di vista delle infrastrutture che del lavoro. Perché se gli interventi partissero, arriverebbe una vera e propria boccata d’ossigeno per tante aziende, costrette a combattere contro la mancanza di lavoro. Non è un mistero, difatti, che a soffrire maggiormente della crisi sia stato il comparto edile: in dieci anni l’edilizia ha visto la riduzione delle attività e del valore di oltre il 50%. Basti pensare che la massa salariale versata nel 2008 era di 170 milioni di euro, nel 2018 di 73 milioni. Una discesa verso il basso, testimoniata anche da altri dati: le imprese salernitane iscritte dieci anni fa erano circa 4mila, oggi sono 2.400 e gli operai impiegati sono diminuiti da 21mila a 8.900. La riduzione più significativa riguarda le ore lavorate, crollate da 17 milioni in un anno agli attuali 6 milioni. Un’emorragia senza fine che, dal 2008 ad oggi, ha impoverito il comparto edile salernitano. La nuda e cruda realtà dei numeri mette in risalto come l’edilizia, dall’inizio della crisi, a Salerno e in provincia, sia in profonda crisi. E la corsa verso il baratro non si è ancora interrotta. In pratica, quasi una impresa edile su due, in questi ultimi anni, ha chiuso i battenti, dimezzando di fatto il comparto salernitano delle costruzioni. Il paradosso, tuttavia, è proprio quello che i soldi ci sono ma non si spendono o, ancora peggio, gli appalti pubblici, in un’epoca in cui tutti corrono, vanno a passo di lumaca. Basterebbe, del resto, far partire le grandi opere ferme al nastro di partenze, che da sole valgono circa 950 milioni di euro. Fonte: La Città di Salerno

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