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Ripartenza scuola, l’assessore Fortini: “Sarebbe stato meglio un ritorno in classe più moderato” Attualità Primo piano 

Ripartenza scuola, l’assessore Fortini: “Sarebbe stato meglio un ritorno in classe più moderato”

Dopo la decisione del Tar anche i ragazzi degli Istituti superiori sono tornati, seppur al 50%, tra i banchi di scuola. Ad augurare un forte in bocca al lupo ai ragazzi e a fare il punto della situazione, è stata l’Assessore della Regione, Lucia Fortini, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Italia.
“Si torna più o meno con le condizioni di settembre ma con un rafforzamento dei servizi di trasporto. Io lo dico in maniera molto chiara: la Regione Campania avesse potuto scegliere sicuramente avrebbe scelto una strada più moderata per un ritorno in presenza“. Inizia così la lunga intervista in telefonica all’assessore Lucia Fortini. “Ritengo che un ritorno moderato sarebbe stato meglio anche perché avremmo potuto controllare meglio e di più la curva pandemica. Ad ogni modo, da stamattina – dice l’assessore – i nostri ragazzi tornano in presenza con le prescrizioni del Dpcm, quindi come nel resto d’Italia, dal 50 al 75% in presenza anche se tutte le nostre scuole di fatto si erano orientate non più al 50%“. “Bisogna chiarire alle famiglie che non si può scegliere per la didattica in presenza o a distanza, a meno che non ci siano delle situazioni di fragilità. Noi lo abbiamo detto in tutte le nostre ordinanze, nel caso ci siano degli studenti fragili o conviventi di studenti fragili, allora la richiesta di didattica a distanza può a quel punto essere accolta. Ma solo in questo caso“. Precisa la Fortini. “Gli studenti continuano a protestare perché a parte il sistema dei trasporti che è stato rafforzato, la situazione non è cambiata, le scuole con gli spazi a disposizione, sono rimasti quelli. Sicuramente si è fatto un lavoro sul potenziamento del personale ma è evidente che gli istituti scolastici siano, comunque, in una situazione di criticità. Del resto noi abbiamo una movimentazione nella nostra regione di un milione di studenti, centomila tra personale docente e non docente e personale scolastico. Sono numeri importanti. Con la didattica integrata, gli studenti e in particolare quelli di secondo grado in fondo si sono trovati bene. E’ evidente che i ragazzi vogliano socialità, abbiano necessità di tornare comunque nelle aule ma non è la socialità che abbiamo conosciuto noi o loro qualche anno fa. Sul piatto della bilancia, da una parte una didattica integrata che aveva funzionato bene e che dava sicurezza, dall’altro un ritorno in presenza con possibili assembramenti che sicuramente aumentano il rischio di contrarre il virus, con le classi ridotte al 50% quindi non si ritroveranno tutti i compagni di classe, non si potranno scambiare quattro chiacchiere come si faceva qualche anno fa. Insomma la situazione non è ideale per i nostri studenti“.

“Ai ragazzi e ai loro genitori dico che bisogna avere fiducia. E’ evidente che non è semplice. Io sono madre di una ragazza di 17 anni che non ritornerà in presenza perché anche lei sta protestando. Io per prima sento preoccupazione, in una situazione di pandemia mia figlia è tra coloro che non sono usciti in questi mesi e quindi, da genitore, capisco anche quanto sia stato difficile per i ragazzi non poter avere una socialità adeguata proprio perché appunto se stai a casa non hai evidentemente altre possibilità. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che i dirigenti scolastici sono stati davvero eccezionali, hanno fatto un lavoro eccezionale, il nostro personale scolastico ha cercato di andare incontro alle esigenze degli studenti. E’ una pandemia per cui è normale avere agitazione avere preoccupazione per i propri figli. Dobbiamo però avere fiducia in un sistema. Non è il sistema che avremmo voluto noi ma non posso avere fiducia nel Ministero che ritiene che le nostre scuole siano luoghi sicuri e dunque bisogna assolutamente rispettare quello che è un sistema di regole che sostiene il nostro Paese“, conclude.

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