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Report Gimbe: oltre la metà degli attuali positivi al Covid si trova in Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Attualità Primo piano 

Report Gimbe: oltre la metà degli attuali positivi al Covid si trova in Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna.

Il nuovo report della Fondazione Gimbe sull’andamento settimanale dell’epidemia di coronavirus in Italia mostra dati poco confortanti. Secondo il monitoraggio, i contagi della settimana dal 19 al 25 agosto sono incrementati del 92,4% rispetto alla settimana precedente (6.538 contro 3.399), anche in relazione all’aumento dei tamponi effettuati (+70%, 309.127 contro 180.300). Nino Cartabellotta, presidente della fondazione, ha osservato quanto riporta il Corriere della Sera: “In soli 7 giorni si sfiora il raddoppio dei nuovi casi totali, non solo per l’incremento dell’attività di testing, ma anche per l’aumento del rapporto positivi/casi testati”. Aumentano anche i pazienti ricoverati con sintomi e quelli in terapia intensiva, anche se in misura minore. “Queste spie rosse devono infondere una comune consapevolezza sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese – ha sottolineato Cartabellotta – per mantenere alta la guardia senza minimizzazioni di sorta”. È proprio il graduale aumento di ospedalizzazioni a mettere in allerta gli esperti, anche se al momento si è ancora ben lontani dal disastro che ha colpito il settore sanitario tra marzo e aprile. Il numero dei ricoveri in terapia intensiva è infatti aumentato del 13,8%, mentre quello dei pazienti con con sintomi del 25,5% in una sola settimana.
Il quadro generale prende una piega diversa se si analizzano i dati delle singole regioni: il 29,4% degli attualmente positivi è in in Lombardia (5.787), il 33,4% si trova tra Lazio (2.284), Emilia-Romagna (2.189) e Veneto (2.119); il 29% tra Campania (1.164), Piemonte (1.142), Toscana (1.039), Sicilia (947), Puglia (548), Sardegna (463) e Liguria (413). I restanti casi (1.619), che costituiscono l’8,2%, si distribuiscono tra le altre sette regioni e province autonome.
Per Cartabellotta, “è legittimo chiedersi se i numeri attuali sono i segnali di una nuova ondata”. Tuttavia, “è ragionevolmente certo che non rivedremo le drammatiche scene di marzo/aprile“. Il presidente della Fondazione Gimbe ha concluso il report con un invito a tenere alta la guardia: “Non bisogna concedere ulteriori vantaggi al coronavirus, tanto più che i numeri riflettono sempre comportamenti di 3-4 settimane fa”.

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