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#quellavoltache, le storie di molestie taciute per anni trovano voce sul web Italia e Mondo 

#quellavoltache, le storie di molestie taciute per anni trovano voce sul web

Mani addosso, dappertutto, nel vagone di un treno pieno di tifosi inferociti; dita tra le cosce, al buio, nel silenzio notturno di un volo diretto a Gerusalemme. E ancora feste che diventano orge, fotografi che si trasformano in magnaccia, uomini che si scoprono bestie: sono solo uno stralcio delle storie che in queste ore donne comuni stanno raccontando sul web attraverso l’hashtag #quellavoltache. Un progetto nato dopo lo scandalo che ha travolto il potente produttore di Hollywood Harvey Weinstein, accusato di stupro e molestie da decine di attrici. Donne, adesso, che hanno deciso di parlare, bambine, prima, che si vergognavano di quanto subito.

L’iniziativa è nata per raccogliere le storie di molestie, apprezzamenti spinti, situazioni in cui ogni donna si è sentita minacciata, impaurita, poco al sicuro. Situazioni nelle quali si è scelto il silenzio per la paura di non essere credute, per l’imbarazzo di quanto stesse accadendo, per una sorta di senso di colpa che ti portava a credere di aver sbagliato qualcosa. #quellavoltache è una sorta di viaggio narrativo attraverso il quale le donne prendono coraggio e alzano la voce anche contro chi, troppo superficialmente, punta il dito contro il loro silenzio. “Perché non ho parlato? – scrive Giulia – Perché il patriarcato che non ti crede è lo stesso che cerca di colpevolizzarti per quello che ti infligge”.

E intanto in Svezia arrivano i concerti “anti-stupro” per soli donne. Nemmeno in uno dei Paesi cuore dell’Europa dei diritti e dello sbandierato rispetto dei generi, è scontato che una donna possa andare a divertirsi senza il rischio di subire molestie. Quest’estate, per la prima volta, Stoccolma ospiterà un festival musicale “man free”, vietato agli uomini. A tenere in piedi la macchina saranno musiciste, tecniche di scena, addette alla sicurezza, bariste, organizzatrici, addette a catering e palco, facchine. Gli uomini non sono ammessi. C’è davvero molto da riflettere se persino la Svezia, tra i più avanzati al mondo per uguaglianza e parità sessuale, si barrica dietro l’identità di genere per tenere al sicuro le sue cittadine.







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