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Proroga per il Marina d’Arechi a Salerno, appello a prefetto e Ministero Economia Primo piano 

Proroga per il Marina d’Arechi a Salerno, appello a prefetto e Ministero

Per fare chiarezza sul progetto “Marina d’Arechi” e, in particolare sul mai costruito ponte di Calatrava e sulla parte di verde che sarebbe dovuta sorgere a ridosso del porto, il presidente della commissione Trasparenza, Antonio Cammarota , ha inoltrato un’istanza al responsabile del procedimento, al prefetto e alla Soprintendenza di Salerno. Da mesi, infatti, la Commissione chiede di poter visionare gli atti che prorogano i tempi della convenzione scaduta quest’anno. Ed è proprio sui tempi e sulle possibili penali che i consiglieri avevano chiesto delucidazioni alla Regione, attraverso un dirigente del Comune. Da Napoli sono arrivate solo rassicurazioni, ma le carte con la proroga dei termini no. In realtà l’atto – secondo fonti interne alla Regione – sarebbe in fase di conclusione. Ad oggi, quindi, la concessione risulta essere scaduta anche se si sta lavorando per ufficializzare il nuovo iter. «I lavori – rileva il consigliere Cammarota – sarebbero dovuti iniziare nel 2011, quindi il tempo è scaduto e non si capisce come si stia procedendo. Abbiamo sollecitato la Regione per sapere se ci sono state eventuali proroghe o sospensioni che hanno fatto variare il cronoprogramma ma ancora non abbiamo avuto risposta. E poi mi domando perché a queste deroghe il Comune non ha partecipato e perché non viene convocata una conferenza dei servizi piuttosto che affidare questa decisione solo al Rup». «Resta aperto – aggiunge Cammarota – l’interrogativo su come sia possibile far funzionare una struttura su area demaniale con finalità pubblica con, appunto, il ponte di Calatrava; e poi, invece, chiuderla, non fare il ponte e farla funzionare per l’esclusivo guadagno privato». M agli interrogativi legati al Marina d’Arechi non finiscono qui perché al Comune non si riesce più a trovare tutto il dossier con le differenti fasi autorizzative e i vincoli posti al progetto. Fonte: La Città di Salerno

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