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Omicidi di camorra a Scafati, ‘o dentista Muollo verso la scarcerazione. La Procura: “È malato” Cronaca Provincia e Regione 

Omicidi di camorra a Scafati, ‘o dentista Muollo verso la scarcerazione. La Procura: “È malato”

Il procuratore generale Antonella Giannelli della Corte d’Appello di Salerno si associa all’avvocato difensore e chiede ai giudici  la scarcerazione- o il ricovero in ospedale- per Ferdinando Muollo, alias ‘o dentista, che deve scontare 12 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio in concorso di Salvatore Piscitiello Ridosso avvenuto a Scafati durante la faida di camorra agli inizia degli anni 2000. Sia pubblica accusa che legale quindi faranno ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Salerno che a fine gennaio aveva rigettato l’istanza di scarcerazione per Muollo. “E’ affetto da grave malattia cardiaca che necessita un continuo monitoraggio oltre ad avere un quadro psichiatrico altrettanto compromesso per l’esistenza di un disturbo di adattamento con ansia ed umore depresso persistenti accompagnato da pensieri autolesivi. Non è condivisibile, quindi, la decisione del Tribunale di Sorveglianza”, scrive la Procura. La Cassazione a ottobre aveva confermata la condanna a 12 anni e 6 mesi che da 4 mesi è detenuto nel carcere di Salerno per scontare la pena. Per la magistrura, infatti, Muollo sarebbe stato il mandante del delitto di Salvatore Ridosso, alias Piscitiello. Dopo la sentenza del Gup del Tribunale di Salerno, Renata Sessa, che lo aveva condannato a 14 anni con il rito abbreviato era arrivato lo sconto in secondo grado – nell’ottobre del 2018 – confermato poi dai giudici della Suprema Corte. Una storia iniziata nei primi anni Duemila, con Scafati piombata all’epoca nella morsa del terrore. Tutto inizia con l’uccisione di Salvatore Ridosso, “Piscitiello”, avvenuta il 16 maggio del 2002, per affari andati male tra famiglie. Come ricostruito dai giudici salernitani, l’omicidio del fratello di Romolo Ridosso – attuale collaboratore di giustizia – aveva come retroscena la gestione del mercato dei videopoker e alcune forniture mediche per cui era venuto meno un accordo tra soci. Un omicidio deciso da Ferdinando Muollo, ‘o dentista, noto a Scafati perché impegnato nel settore dell’odontotecnica. Quella morte aveva poi aperto la lunga scia di omicidi di camorra ricostruiti successivamente dalla Procura Antimafia di Salerno. Infatti, dopo l’uccisione di Salvatore Ridosso alias Piscitiello, non era tardata ad arriva, la risposta dei Ridosso. Che si materializzò il 22 ottobre 2002, quando Andrea Carotenuto – ritenuto legato al gruppo formato dalle famiglie Muollo e Tammaro – sarebbe stato ammazzato dall’allora 16enne Luigi Ridosso, figlio di Salvatore, con il cugino Gennaro conduceva la moto usata per l’agguato di via Martiri d’Ungheria. Una vendetta poi continuata con il tentato omicidio di Generoso Di Lauro e l’uccisione di Luigi Muollo il 9 settembre del 2003. A 17 anni da quell’omicidio la Cassazione aveva confermato la condanna per Ferdinando Muollo.

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