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Occupazione del Liceo Tasso, la dirigente scrive ai genitori: «Protesta ambigua, struttura sicura. Nessuna carenza» Attualità Primo piano 

Occupazione del Liceo Tasso, la dirigente scrive ai genitori: «Protesta ambigua, struttura sicura. Nessuna carenza»

Studenti del Liceo Tasso occupano la scuola di piazza San Francesco, la preside Carmela Santarcangelo scrive ai genitori. I rappresentanti lamentano carenze nell’edilizia scolastica ma secondo il dirigente non ci sono rischi per gli studenti perchè il plesso non presenta criticità.

Ci sono ben tre diversi cantieri aperti:

«I lavori nel cortile, commissionati dalla Provincia, procedono nel rispetto dei tempi con le autorizzazioni della sovrintendenza MIBAACT al consolidamento del balconcino ed al restauro delle scritte angloamericane. Chi di voi è venuto a scuola nell’ultima settimana avrà sicuramente potuto godere della luminosità della prima facciata “guarita” dall’ammaloramento in cui versava».

«Quindi i lavori di rifacimento dell’intera guaina di copertura del solaio, commissionati dal Liceo su delibera del Consiglio di Istituto ed autorizzazione della Provincia che ha il ruolo della direzione dei lavori, sono iniziati con ritardo a causa delle cospicue piogge del mese di novembre, ma ormai sono giunti quasi alla conclusione mancando solo i risvolti».

«I lavori di risistemazione di un bagno al primo piano, commissionati nell’ambito del progetto Scuole belle dal MIUR alle cooperative di lavoro ex lsu, iniziati a fine agosto sono fermi da oltre un mese a causa del blocco dei pagamenti disposto dal MIUR che ha diffidato la cooperativa per mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti. Ho ben due volte comunicato all’USR Campania che l’interruzione dei pagamenti (soldi che il liceo ha in cassa ma che non può erogare a causa del blocco disposto dal MIUR) avrebbe comportato danni al Liceo, senza ricevere risposta alcuna. Proprio all’inizio della settimana scorsa, con la dsga abbiamo verificato la possibilità di affidare la conclusione dei lavori a personale interno o con affidamento diretto, e questo pur in assenza di risposte dal MIUR al fine di porre rimedio al grave disagio che stanno vivendo le alunne del piano».

E ancora: «Tutti i materiali sono già nel cantiere e manca solo la colla per i rivestimenti, oltre alla mano d’opera. Ho anche riferito sulle sollecitazioni alla Provincia per i controlli dei corpi pendenti. Nessuno dei rappresentanti di istituto ha riferito alcuna perplessità tale da far pensare all’imminente occupazione.

Anche venerdì sono stata con i rappresentanti di istituto cui avevo chiesto di presenziare ad un incontro per individuare un possibile progetto da presentare per migliorare la nostra scuola in senso ecosostenibile, e fino alle 14.00, non vi era nulla che lasciasse pensare ad un’organizzazione della settimana diversa da quella programmata.

Scrutini trimestrali da lunedì a giovedì, open day venerdì 20 con rinvio dell’incontro scuola famiglie al 10 gennaio (concordato in consiglio di istituto), attività organizzate dall’università per i nostri ragazzi, presentazione del programma del Giffoni Film Festival in occasione dalla ricorrenza dei 50 anni, conferenza del prof. Chiodi su Plutarco (autore scelto per la XVII edizione del Certamen Hippocraticum Salernitanum), assemblea di istituto nella mattina del 18 dicembre.

Insomma, sembrava che la concordia regnasse sovrana e che gli animi di tutti potessero rivolgersi serenamente alle giornate degli scrutini perché questi potessero svolgersi nella massima serenità possibile per poi tutti godere del meritato riposo natalizio!

Il 16 dicembre ho sentito i miei Collaboratori, il Presidente del Consiglio di Istituto ed alcuni genitori. Tutti erano delusi dall’atteggiamento degli studenti che, ritenendo di essere unica componente la scuola, hanno deciso autonomamente, inaudita altera parte, di occupare il liceo per far valere i propri diritti.

Conseguentemente hanno comunicato la propria scelta, nella convinzione di possedere la ragione di questa scelta e di pretendere che tutti dovessero passivamente accettarne le conseguenze. Ho sentito uno dei rappresentanti di Istituto con cui mi sono intrattenuta per quasi un’ora ed ho spiegato le ragioni per cui ritengo che questo modo di protestare non sia utile, ma anzi, che sia dannoso alla loro condivisibile causa.

Mentre scrivo i ragazzi si stanno incontrando per riflettere sulla proposta. I tempi delle loro riflessioni saranno sicuramente meno lunghi di quelli che io impiegherò a terminare questa lettera (la cui scrittura è iniziata alle 15:00), ma qualsivoglia riflessione deve, perciò stesso, essere meditata e non impulsiva, a maggior ragione se chi scrive intende prendersi cura dei ragazzi, ma nello stesso tempo del ruolo e della funzione della scuola che non può essere svilita e relegata alla passiva rassegnazione del tanto deve passare!

I rappresentanti hanno tenuto a precisare, e di questo li ringrazio, che la protesta non è diretta contro la persona del loro dirigente scolastico, o di altri dirigenti, ma hanno bisogno di far sentire la propria voce alla Provincia che si è dimenticata delle scuole e del loro diritto ad una scuola sicura. Questo è il motivo di cui abbiamo parlato durante la telefonata. Questo motivo non è un pretesto e capisco la voglia degli studenti di far sentire una voce unitaria per la tutela di tutte le realtà scolastiche del territorio.

Ho fatto, però, al rappresentante una controproposta. A me non piacciono le contrattazioni da mercato. Ogni cosa ha un suo valore e bisogna riconoscere alle cose il valore che esse hanno e che non sempre è riferito al loro costo effettivo. Spesso il loro valore diventa inestimabile perché ci sono legami cui non si può dare un prezzo. Tra queste cose vi è il rapporto fiduciario che lega la mia persona agli alunni cui ho deciso di dedicare la mia vita lavorativa.

Da donna di scuola ho vissuto le occupazioni dal 1993, tutte e sempre fatte “sotto Natale” e nel confronto con rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni, tutti (dico tutti!), mi hanno sempre invitata a stare tranquilla perché “tanto i ragazzi devono arrivare a Natale, poi tutto tacerà!”.

È possibile che ci sia ancora qualcuno che crede nella “FORZA” dell’occupazione? Ho detto ai rappresentanti a più riprese che, oltre ad essere un fatto previsto dalla norma come reato, l’occupazione crea problemi ai maggiorenni che vi partecipano assumendosene la responsabilità, così come reca problemi ai minorenni per i quali rischia di essere un’esperienza che invece di farli crescere li segnerà per sempre, e non sempre positivamente. Da qui l’ansia di molti dei genitori che ho sentito questa mattina e nel primo pomeriggio e che mi comunicavano la paura dei rispettivi figli di venire a scuola.

Qualcuno mi ha parlato anche di minacce, più o meno velate. Minacce smentite in modo assoluto dai rappresentanti di istituto. E se qualcuno ne stesse approfittando per strumentalizzare gli studenti? Sono sicura che le minacce non siano partite da alunni della scuola, visto che il coordinamento dell’occupazione non vede impegnati solo i rappresentanti del Liceo Tasso. Questi, in particolare, mi hanno assicurato che chi vorrà potrà entrare e fare lezione “regolarmente”.

Chi non vuole fare lezione perché intende protestare, sarà impegnato in attività “alternative” da fare nelle palestre ed una ronda controllerà nei corridoi che non accada nulla di spiacevole. In questo clima il personale potrà lavorare negli uffici, il preside pure.

Chi sta in classe è sotto la vigilanza dei docenti e chi sarà in palestra… Su chi ricadrà la responsabilità di chi sta in palestra a fare attività “alternative” non altrimenti qualificate? E se nessuno andasse in classe quale sarebbe il carico del solaio della palestra se, non dico 870 alunni, ma anche 500, 400, 300, o 100 decidessero di ballare salsa al primo piano? Degli allievi maggiorenni. Dei firmatari la comunicazione di occupazione?

Ho cercato di spiegare che la responsabilità del dirigente scolastico diventa oltre che penale anche di natura patrimoniale e si trasmette agli eredi e che in caso di occupazione, sarò, mio malgrado, costretta ad uscire dalla scuola insieme al personale ed ai docenti, dichiarando l’interruzione del servizio a causa dell’occupazione.

Non è possibile un’occupazione a metà. Una occupazione di cui nessuno, riferito agli amministratori che dovrebbero preoccuparsene, si interesserà veramente. Gli studenti, dal loro canto vivranno momenti di gioia, ma anche di serie preoccupazioni. Nell’esperienza degli anni passati al Liceo Tasso non ho dimenticato che furono divelte porte e finestre, prontamente risistemate durante la notte da solleciti operai chiamati dalle famiglie a riparare i danni prima che i figli ne fossero chiamati a rispondere, né dimentico le foto sul balconcino pericolante fatte con birre in mano, né la forzatura dell’ingresso del laboratorio di fisica, interdetto per motivi di sicurezza, con effrazione dell’armadietto che conteneva mercurio dagli occupanti riverso nel lavandino ed a terra con utilizzo anche dei dispositivi di protezione!.

È possibile che se non si occupa la scuola non ci si senta degni di portare alto il vessillo dell’essere studenti? La mia proposta è semplice. Ripeto che condivido e sottoscrivo in pieno le preoccupazioni degli studenti, ma trovo l’occupazione il modo più sbagliato che ci sia per essere ascoltati.

Svolgiamo le normali attività didattiche al mattino e dalle ore 14.00 alle 20.00, con il dirigente scolastico in apertura di corteo, cominciamo un sit in pomeridiano di protesta nello spazio antistante la Provincia per far sentire la nostra voce per una scuola sicura e vivibile. Dimostriamo che gli studenti di Salerno, quelli che combattono per un futuro sostenibile, quelli che partecipano ai Fridays for future non sono alla ricerca della scusa per saltare giorni di lezione, ma sono alla ricerca del riconoscimento di una dignità dimenticata. Dimostriamo che sono capaci di stare in classe tutti i giorni per garantirsi il diritto all’istruzione e che nel pomeriggio fanno sentire la loro voce per avere scuole più belle e più sicure. E il dirigente scolastico, i docenti, le famiglie saranno al fianco degli studenti nella loro protesta.

Occupare per occupare, non porta da nessuna parte. Potete mai pensare che l’alunno o l’alunna che deve fare un’interrogazione possa essere serena e dedicarsi alla verifica se pensa agli amici che non devono essere interrogati e che stanno facendo attività alternative in palestra? Ma veramente possiamo pensare che l’attività di classe possa avvantaggiarsi del fatto cha alcuni, a scelta, possano decidere se stare dentro o dentromafuori?

L’ambiguità è qualcosa che fa molto male. I ragazzi navigano in questa ambiguità e gli sforzi di noi adulti vengono tristemente e miserrimamente vanificati. Mi conoscete tutti e sapete che minacce, dispetti o ritorsioni non sono nel mio dna. Sono in attesa di conoscere le determinazioni degli studenti che mi auguro tengano conto della mia proposta. Non perché sia la migliore strada possibile per essere ascoltati, ma semplicemente perché in tutte le occupazioni che ho vissuto nessuno è stato mai ascoltato e di certo chi deve ascoltare non lo farà sotto Natale pensando ad una abitudine, né buona né cattiva, ma semplicemente ad un’abitudine degli studenti che “devono arrivare a Natale!»

 

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