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Nocera Inferiore, occupazione abusiva delle case popolari: ora arrivano 70 sgomberi Provincia e Regione 

Nocera Inferiore, occupazione abusiva delle case popolari: ora arrivano 70 sgomberi

Un altro dossier aperto nelle ultime ore dall’amministrazione comunale di Nocera Inferiore riguarda l’occupazione abusiva delle case popolari.  Si va verso gli sgomberi della case occupate abusivamente. Nei mesi scorsi il sindaco Manlio Torquato aveva chiesto agli uffici una verifica su quanti case fossero state occupate abusivamente e alla polizia municipale di identificare i nuclei familiari.
Oltre 70 i casi accertati
Ieri Torquato ha incontrato a Salerno il prefetto Francesco Russo per valutare le strategie di intervento degli sgomberi della case popolari chiedendo la presenza delle forze dell’ordine. Al momento i casi segnalati sono circa 70 e riguardano alloggi che si trovano negli insediamenti Iacp di Piedimonte e di Montevescovado.
Alcune case, anche in virtù delle recenti norme varate dalla Regione Campania che prevedono una sanatoria, saranno sgomberate per poterle assegnare agli aventi diritto. Si tratta- scrive Inprimanews- di alloggi occupati da pregiudicati e da persone che sono accusate di collusione o complicità con la criminalità organizzata. La sanatoria regionale esclude, infatti, persone che sono incorse in questo tipo di reati. La sanatoria, varata dal consiglio regional,e prevede che chi ha occupato un’abitazione popolare non avendo titolo legittimo, può chiedere la sanatoria solo se l’occupazione risale a prima del 29 ottobre 2016. Entro i prossimi sei mesi potrà presentare ai vari dipartimenti provinciali dell’Acer una richiesta di regolarizzazione, provando il possesso dei requisiti per essere destinatari di un alloggio di edilizia pubblica.
Cosa prevede la sanatoria
Il provvedimento è arrivato insieme al nuovo regolamento per le case popolari che, oltre la sanatoria, prevede nuovi sistemi per le domande e le assegnazioni e per la vendita del patrimonio che viene gestito dall’Acer, l’Agenzia regionale per l’edilizia residenziale, che ha preso il posto degli Istituti autonomi case popolari.
Inoltre è stata istituita l’Anagrafe del fabbisogno abitativo, attraverso una piattaforma telematica. Tutte le domande per un alloggio popolare dovranno essere fatte attraverso la piattaforma regionale e non saranno più gestite dai comuni. Il richiedente compilerà una domanda online con i suoi dati per creare un elenco degli aventi diritto su base comunale. Il canone sarà stabilito non più in base al reddito ma in base all’Isee.

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