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Napoli, scacco alla gang del “pezzotto”: oscurati 5mila siti pirata, 23 indagati Attualità Italia e Mondo 

Napoli, scacco alla gang del “pezzotto”: oscurati 5mila siti pirata, 23 indagati

Ancora uno scacco alla gang del pezzotto. Oscurati 5mila siti pirata. Sono 2 le persone indagate per aver organizzato una piattaforma online che consentiva ai propri ‘abbonati’ di guardare le partite dei migliori campionati europei e i contenuti di Sky, Dazn Netflix e Disney Plus a un prezzo molto inferiore a quello regolare. Colui che gli inquirenti ritengono sia il capo del gruppo, residente a Napoli, è stato raggiunto da una misura di custodia cautelare in carcere. In totale, il ‘network parallelo’ era costituito da 5.500 indirizzi web tra server di trasmissione, piattaforme di gestione e siti vetrina e di live streaming. Inoltre, la rete comprendeva oltre 700 canali Telegram, di cui 370 (con 350 siti vetrina) sono stati usati come ‘piano d’emergenza’, per garantire il servizio, subito dopo che quelli principali erano stati chiusi dalle fiamme gialle. I clienti, invece, erano oltre 50 milioni in tutto il mondo, di cui 5 solo in Italia. Nel corso dell’operazione, chiamata ‘Perfect storm’ e portata avanti dalla guardia di finanza con la collaborazione della polizia postale e dell’agenzia europea Eurojust, sono state effettuate 30 perquisizione nelle ‘centrali di ritrasmissione’ del segnale pirata in Italia, in altri 12 Paesi dell’Unione europea e in 5 extra europei. Inoltre, sono state perquisite le abitazioni di 100 ‘re-sellers’, ovvero clienti poi diventati dei ‘rappresentanti’ dell’associazione incaricati di rivendere il servizio. Inoltre, sono stati sequestrati, insieme alle attrezzature informatiche, beni per 10 milioni e 600mila euro ritenuti frutto dell’attività illecita. Gli indagati, secondo le forze dell’ordine, vivevano dei proventi del servizio streaming, tanto che i 15 residenti in Italia risultavano disoccupati e percepivano il reddito di cittadinanza. Invece uno residente in Grecia, ha rivelato il sostituto procuratore di Napoli Valeria Sico (la cui Procura ha coordinato le indagini), aveva acquistato diverse auto di lusso nonostante risultasse nullatenente. Infine, sono stati sequestrati 334 account PayPal destinati a raccogliere i pagamenti che i clienti, per essere più protetti, potevano effettuare anche in criptovalute. Tuttavia, la Procura è riuscita ad ottenere gli indirizzi ip, il numero che identifica i dispositivi collegati in rete, di tutti gli utenti. Le ‘Iptv’ (internet protocol television) illegali, ha spiegato la guardia di finanza, prendevano il segnale video da abbonamenti legali e in seguito lo trasformavano in segnale dati, con un ‘encoder’, per poi diffonderlo in server (sparsi in vari Paesi) che distribuivano le immagini agli utenti. Per le indagini è stato usato un software di intelligenza artificiale per l’analisi dei big data che ha permesso di individuare ogni membro dell’associazione indagata, i re-sellers e i dati identificativi dei clienti sparsi nel mondo. Nel corso delle indagini, a partire dal pomeriggio del 6 novembre, tutti i siti sono stati oscurati e i clienti, ora, possono vedere solo un pannello che li avverte che il sito che stavano usando illegalmente è stato sequestrato. All’operazione ha partecipato anche il personale altamente specializzato della polizia postale, che ha fornito il supporto tecnico alle attività di raccolta delle prove nelle principali ‘centrali di ritrasmissione’ del segnale pirata.

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