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Muore Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica Attualità Italia e Mondo 

Muore Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica

Muore Leonardo Del Vecchio, imprenditore e fondatore di Luxottica e presidente esecutivo di EssilorLuxottica, la più grande holding produttrice e venditrice mondiale di occhiali e lenti che conta circa 80.000 dipendenti e oltre 9.000 negozi. Aveva 87 anni, compiuti il 22 maggio. Era ricoverato al San Raffaele di Milano, dove si è spento questa mattina, lunedì 27 giugno, a causa di una polmonite. La sua ricchezza al 10 aprile 2022 è stata valutata dalla rivista Forbes per circa 27,3 miliardi di dollari, rendendolo il secondo uomo più ricco d’Italia e il 62º al mondo. Nato a Milano, era l’ultimo di quattro fratelli. Il padre Leonardo, commerciante di frutta di origini pugliesi, muore poco prima della sua nascita, e anche per questo la madre Grazia Rocco sceglie di dargli lo stesso nome. Pochi anni dopo, il giovane Leonardo viene affidato al collegio dei Martinitt, dove resta fino al diploma di scuola media. A 15 anni va a lavorare come garzone alla Johnson, una fabbrica produttrice di medaglie e coppe, i cui proprietari lo spingono a iscriversi ai corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e soprattutto incisione. A 22 anni si trasferisce a Pieve Tesino, un piccolo paese del Trentino, dove trova lavoro come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche. Nel 1958 si trasferisce quindi ad Agordo, in provincia di Belluno, per aprire una bottega di montature per occhiali. Dopo tre anni, nel 1961, la bottega si trasforma in Luxottica S.a.s., con quattordici dipendenti, specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie. Riesce a ottenere un enorme garage con capannone proprio ad Agordo, poiché il comune regalava il terreno per iniziative industriali. Rimasto unico proprietario, nel 1967, pur continuando la produzione di semilavorati per conto terzi, l’azienda compie la prima grande svolta strategica: inizia, assemblandone le singole parti, a produrre gli occhiali completi e a commercializzarli con il marchio Luxottica.
Dopo soli quattro anni, nel 1971, Luxottica abbandona il business della produzione per conto terzi per dedicarsi unicamente alla realizzazione e commercializzazione degli occhiali finiti. Nel 1981 l’azienda è diventata forte e solida, e va all’attacco del mercato statunitense. Si rivolge al Credito Italiano diretto da Lucio Rondelli per ottenere un prestito col quale acquistare Avantgarde, un marchio statunitense di occhiali che gli consente di entrare nel mercato USA. Un anno dopo restituisce alla banca tutto il capitale con gli interessi composti, dopo aver aperto quattro nuovi stabilimenti e assunto 4.500 persone. La Luxottica dal 1990 è quotata nella Borsa di New York. Dal 1995 Luxottica è il maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale. Con i Benetton acquistò nel 1995 la SME (Società Meridionale di Elettricità, ex gruppo IRI), che nel 1993 aveva avviato i franchising Supermercati GS e Autogrill: «Fu un affare finanziario, concluso cinque anni dopo con la cessione ai francesi della Carrefour».
Mediobanca perde subito quota a Piazza Affari alla notizia della morte del primo azonista Leonardo del Vecchio. I titoli di Piazzetta Cuccia sono scivolati in coda al Ftse Mib milanese e ora lasciano sul terreno il 3,11% a 8,36 euro. La Delfin del fondatore di Luxottica controlla circa il 19,4% del capitale di Mediobanca e negli ultimi anni ha ingaggiato una partita a scacchi con il management guidato dall’a.d. Alberto Nagel, proponendo anche alcune modifiche alla governance. Da tempo i rumor preannunciavano la possibilità di uno scontro in occasione del rinnovo del cda nell’ottobre 2023, ma è inevitabile che ora gli scenari possano cambiare. La partita su Mediobanca è strettamente intrecciata a quella sulle Generali, di cui Delfin detiene oltre il 9% del capitale. In occasione dell’ultima assemblea la holding ha sostenuto la lista presentata da Francesco Gaetano Caltagirone, uscita sconfitta dal confronto con la compagine presentata dal cda uscente. A Piazza Affari i titoli del Leone lasciano sul terreno l’1,37% a 15,8 euro.

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