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Mercato San Severino, denuncia di una madre: “Mia figlia maltrattata in una struttura di ristorazione” Provincia Provincia e Regione 

Mercato San Severino, denuncia di una madre: “Mia figlia maltrattata in una struttura di ristorazione”

Denuncia di maltrattamenti nei confronti di una bambina all’interno di una struttura di ristorazione a Mercato San Severino. Riceviamo e pubblichiamo la lettera denuncia della madre.

” Il 15 agosto io, mio marito e mia figlia siamo stati di una struttura di ristorazione sita in una frazione nei pressi di Mercato San Severino. Appena arrivati, abbiamo affidato la bambina alle istitutrici con le quali avrebbe trascorso la giornata (incluso il pranzo) in un’ala della struttura, non molto distante, dove è ubicata un’area giochi comprensiva di gonfiabili e piscina. Dopo una serie di raccomandazioni alle ragazze e lasciando loro un recapito telefonico da utilizzare qualora ci fossero stati problemi, io e mio marito ci siamo recati nell’area della struttura dov’è situata la piscina per adulti al fine di trascorrervi la nostra, speravamo tranquilla, giornata, fiduciosi del fatto che avessimo lasciato la bambina nelle mani di professionisti. Alle 14:00 circa, io e mio marito abbiamo deciso di pranzare, ma, prima di avviarci verso la zona ristorante, mi sono recata all’area giochi con l’intento di dare uno sguardo alla bambina per verificare fosse tranquilla. Ed è in quel momento che, dalla porta d’ingresso della ludoteca, ho visto mia figlia, in lacrime, che vomitava ed una signora sulla settantina che, con una mano, raccoglieva il vomito della bambina quasi a volerglielo rigettare da dov’era uscito; con l’altra mano, l’aveva afferrata dal braccio e, scuotendola forte, le imponeva di smettere con tono di voce sostenuto. Sono intervenuta togliendole la bambina dalle grinfie e chiedendole per quale ragione avesse fatto ciò che, pochi istanti prima, avevo visto. Le ho chiesto perché si trovasse lì, che titolo o qualifica avesse, dal momento in cui io ero sicura del fatto di aver lasciato mia figlia con delle educatrici professionali. Tutto invano, poiché la signora non ha proferito parola. Non ottenendo, da lei, le risposte che cercavo, con mia figlia in braccio, ho raggiunto mio marito che mi aspettava in piscina e ci siamo recati dai proprietari ed abbiamo esposto il problema. La risposta di questi è stata: “La signora viene chiamata da noi nei casi di necessità, per darci una mano, ma non ci sta con la testa!”😒. Dopo alcune ore abbiamo scoperto che, quest’ultima, ha un grado di parentela diretto con i proprietari. Rendo pubblico questo post affinché tutti sappiano ciò che è successo. Una struttura che offre un servizio di ludoteca, assicurando la presenza costante di personale qualificato, deve far il modo che, tale servizio, venga espletato nel miglior modo possibile e non consentire che, all’interno dell’area appositamente dedicata, possa entrare qualunque persona, in special modo se si tratta di una persona che, come loro stessi hanno asserito, “non ci sta con la testa!”

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