MEDICI ED INFERMIERI ALLA MERCÉ DI COMPORTAMENTI VIOLENTI!
Approfondiamo, sempre con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia, l’ennesima notizia di violenza a personale medico, pubblicata dal nostro giornale.
L’aggressione a pubblico ufficiale o a chi svolge attività di pubblica utilità rappresenta un reato grave, disciplinato dal codice penale italiano. In particolare, l’articolo 336 del Codice Penale punisce chiunque usi violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio, mentre l’articolo 337 prevede pene severe per chi resiste con violenza o minaccia a un pubblico ufficiale durante l’esercizio delle sue funzioni. Le sanzioni possono variare da sei mesi a cinque anni di reclusione, a seconda della gravità dell’atto e delle conseguenze riportate dalle vittime.
La tutela dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio è cruciale per garantire il regolare funzionamento delle istituzioni e la sicurezza dei cittadini. Tuttavia, negli ultimi anni, l’abolizione dei presidi di Pubblica Sicurezza nelle strutture ospedaliere ha esposto il personale medico, in particolare quello dei pronto soccorso, a un rischio maggiore di aggressioni.
A livello europeo, diverse direttive comunitarie mirano a proteggere il personale sanitario, riconoscendo l’importanza della sicurezza per un sistema sanitario efficiente. La direttiva 2000/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, ad esempio, sottolinea l’importanza di condizioni di lavoro sicure per prevenire i rischi biologici, mentre altre iniziative a livello comunitario promuovono misure specifiche per la protezione del personale ospedaliero, da rischi di violenza privata.
Nonostante queste direttive, la situazione in Italia resta critica. La mancanza di presidi di Pubblica Sicurezza all’interno delle strutture ospedaliere ha lasciato il personale sanitario senza adeguata protezione, rendendolo vulnerabile a episodi esecrabili. Questo scenario è aggravato dalla crescente pressione sul sistema sanitario, che spesso porta a situazioni di stress elevato e conflitti con i pazienti e i loro familiari.
Per affrontare questo problema, sarebbe essenziale adottare misure concrete a livello nazionale. Tra le soluzioni possibili vi sono il ripristino dei presidi di Pubblica Sicurezza nelle strutture sanitarie, la formazione del personale medico per gestire situazioni di crisi e l’implementazione di tecnologie di sicurezza come le telecamere di sorveglianza e i pulsanti di emergenza. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del rispetto e della protezione del personale sanitario, promuovendo campagne di informazione e prevenzione.