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Mamma e figlia suicide, il parroco: «La fede non le ha salvate» Cronaca 

Mamma e figlia suicide, il parroco: «La fede non le ha salvate»

Tristezza, incredulità, dolore e silenzio. Così i residenti di via Malet, nel cuore del centro storico paganese a pochi passi da corso Ettore Padovano e dalla torre medioevale di Cortimpiano, hanno reagito alla tragedia avvenuta ieri mattina. La forte depressione che affliggeva da tempo le due donne, la giovane Umile Bonin e sua madre Maria Ferraioli, era nota. Alcuni residenti, infatti, hanno raccontato che alcuni mesi fa c’era stato già un altro tentativo di suicidio da parte della signora Ferraioli. L’ex infermiera, infatti, era stata ricoverata d’urgenza dopo essersi tagliata le vene. Le due donne, infatti, erano seguite dagli assistenti sociali paganesi. La famiglia della signora Ferraioli, i due suoi fratelli e le loro mogli, è sempre stata vicina a lei e alla sua adorata figlia. Anche padre Paolo Saturno, parroco noto in città per la sua passione per la musica e per la direzione del coro polifonico Alfonsiano, dava conforto alla signora Ferraioli e alla figlia.

«Da anni seguivo queste persone – ha affermato padre Paolo Saturno – La ragazza era bellissima. La madre era una donna elegante, bella, molto intelligente. Da alcuni mesi a questa parte le condizioni erano peggiorate per entrambe, soprattutto la madre aveva perso le speranze. L’ultima volta che ci siamo visti, solamente pochi giorni fa, la madre mi aveva chiesto di trovare qualche struttura di igiene mentale. Una richiesta strana che la madre mi aveva fatto per aiutarsi per superare la depressione, soprattutto per la figlia. Ero convinto che non sarebbero mai arrivate ad un gesto estremo come questo. I nostri incontri, le nostre parole non sono servite a salvarle, purtroppo». Nell’ultimo incontro con padre Paolo Saturno, però, le due donne avrebbero chiesto di essere confessate. Un’ultima confessione. Ma nemmeno il conforto della fede è servito. Nessuna risposta a qualsiasi impulso o stimolo da parte di familiari o conoscenti. Una tragedia prevedibile, e forse inevitabile, che lascia l’intera comunità sotto shock.

«Non frequentavano la nostra chiesa – ha invece affermato don Flaviano Calenda, parroco della Chiesa madre del “Corpo di Cristo”, a pochi passi dall’abitazione delle due donne – In questi casi, tutti devono dare una mano e segnalare anche a noi queste vicende. Padre Paolo Saturno è sempre stato vicino a loro, ma non è bastato. Nel piccolo dobbiamo aiutarci. Fare beneficenza, essere solidali, fare comunità serve anche per risolvere questi problemi. Una parola, un consiglio, può aiutare a superare tutto». Fonte: Il Mattino

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