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Made in Italy: arrivano le nuove etichette per moda e scarpe Economia Italia e Mondo Lifestyle 

Made in Italy: arrivano le nuove etichette per moda e scarpe

Ecco le nuove etichette a difesa del made in Italy. Il settore interessato è quello della moda insieme alle scarpe. Per tutto quello che riguarda l’abbigliamento in generale, le etichette dovranno obbligatoriamente contenere le indicazioni in italiano sulle materie prime impiegate per la loro realizzazione. Inoltre, la nuova normativa impone anche l’indicazione esatta delle percentuali per cui le materie prime concorrono nella realizzazione del capo d’abbigliamento, sia esso un vestito, un maglione o un pantalone. Non è tutto. Infatti, limitatamente alle scarpe, le etichette dovranno presentare una piccola icona, attraverso cui gli acquirenti potranno leggere la composizione di rivestimento, tomaia, suola esterna e interna.

Dopo un anno

La legge che impone le nuove etichette in realtà è entrata in vigore dal gennaio 2018, dopo che il Mise ha recepito la normativa europea varata l’anno precedente (2017, ndr). Perché allora se ne parla soltanto adesso? In realtà, questi primi dodici mesi sono serviti ai commercianti e alle autorità a prendere se vogliamo confidenza con le nuove regole, affinando i controlli e le etichette stesse. D’ora in avanti, il settore della moda sarà posto sotto il severo controllo dell’autorità di vigilanza sulle etichette.

Polemica iniziale

Nei mesi precedenti, quando la normativa europea era stata recepita anche qui in Italia, erano scoppiate vibranti polemiche all’indirizzo proprio delle Camere di Commercio, le Autorità delle Dogane e dei Monopoli, le quali avevano comminato multe salate direttamente ai negozianti, i quali si sarebbero dovuti poi rivalere sui produttori. Il problema è che le multe, che possono arrivare nei casi estremi a un importo massimo di 20 mila euro, non erano compatibili con l’attività dei piccoli esercizi commerciali, a causa anche dei tempi poco sostenibili per i negozianti.

Gli e-commerce

In questi dodici mesi, i problemi iniziali sono stati in gran parte risolti grazie ai siti di e-commerce, ai quali è molto più difficile arrivare per le autorità di vigilanza sulle etichette. Proprio per questo motivo si è scelto di rivedere la normativa: adesso le multe non vengono più comminate ai negozianti ma direttamente a importatori e gli stessi produttori, come segnalato da Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia. Si ha notizia in queste settimane dei primi controlli dopo l’entrata in vigore delle nuove regole, a testimonianza di come ormai sia tutto pronto per la nuova ere delle etichette a difesa del made in Italy e, più in generale, dei prodotti di qualità. (fonte: investireoggi.it)

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