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L’Italia si candida a ospitare l’hub dell’Intelligenza artificiale Lifestyle 

L’Italia si candida a ospitare l’hub dell’Intelligenza artificiale

L’Italia si candida a ospitare in una città meridionale dell’ex ‘Magna Grecia’ l’hub del futuro laboratorio per l’intelligenza artificiale Claire (Confederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research In Europe), che l’Europa sta progettando sul modello del Cern per la fisica delle particelle. Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico (Mise), Andrea Cioffi, intervenendo al simposio di Claire a Roma, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), alla presenza del viceministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (Miur), Lorenzo Fioramonti, e del capo del Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del Miur, Giuseppe Valditara.

“Il nostro Paese è stato il primo a credere in Claire e si candida a esserne l’hub”, ha detto Cioffi. “Si tratta di un progetto che nasce dal basso dalla comunità di oltre 2.700 ricercatori europei, tra cui molti italiani, e che, grazie al modello del Cern, deve mantenere questa struttura aperta, non elitaria”, ha chiarito. “Solo se l’Italia e l’Europa restano unite, infatti, possono avere un ruolo nell’intelligenza artificiale e sfidare Usa e Cina”, ha aggiunto.

Il nuovo laboratorio europeo sarà una rete di più centri e avrà un carattere multidisciplinare, perché l’intelligenza artificiale è un campo molto vasto che abbraccia diversi settori, dalle neuroscienze alla robotica, per fare alcuni esempi. Il ‘Cern dell’intelligenza artificiale’ “si propone di unire gli sforzi e mettere in rete soprattutto le piccole realtà, in cui il nostro Paese eccelle, per essere più competitivi a livello globale”, ha spiegato all’ANSA Piero Poccianti, presidente dell’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale (Aixia), tra le promotrici di Claire. “Ad oggi, infatti, le nostre menti più brillanti migrano in Cina e Stati Uniti, dove hanno più fondi e migliori opportunità. Con Claire invece – ha concluso – puntiamo a evitare di disperdere all’estero l’enorme potenziale umano di giovani studiosi che l’Italia e l’Europa possiedono”.

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