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LE MANI SULLE CITTÀ L'Avvocato risponde 

LE MANI SULLE CITTÀ

Commentiamo da un’ottica puramente legale, con l’avvocato Simone Labonia, la recente notizia di ulteriori attacchi alla legalità nell’ambito edile.

Le infiltrazioni camorristiche negli appalti pubblici e nei cantieri rappresentano uno dei più gravi problemi per l’economia e la sicurezza pubblica in Italia. Attraverso una rete di corruzione, intimidazione e collusione con funzionari pubblici e imprenditori compiacenti, la camorra riesce a penetrare nel sistema degli appalti, alterando la concorrenza e controllando risorse finanziarie rilevanti.

Secondo le normative vigenti, esistono diverse disposizioni che puniscono queste condotte. L’art. 416-bis c.p. definisce l’associazione di tipo mafioso, prevedendo sanzioni severe per chiunque partecipi o favorisca organizzazioni come la camorra, inclusa la loro capacità di influenzare appalti e contratti pubblici. Questa norma non solo colpisce chi appartiene direttamente all’organizzazione criminale, ma anche coloro che ne sfruttano l’influenza per ottenere vantaggi economici o imprenditoriali. Inoltre, l’art. 353 c.p., che punisce la turbativa d’asta, è frequentemente applicato per reprimere i tentativi di manipolare le gare d’appalto a favore di imprese collegate alla criminalità organizzata.

Dal punto di vista comunitario, l’Unione Europea ha cercato di porre un argine a queste infiltrazioni attraverso la legislazione in materia di appalti pubblici, con particolare riferimento alla Direttiva 2014/24/UE, che prevede criteri rigorosi per la selezione degli operatori economici, includendo l’esclusione da gare di appalto per le imprese coinvolte in atti di corruzione o legate alla criminalità organizzata. L’obiettivo è garantire trasparenza, concorrenza leale e il buon uso dei fondi pubblici, riducendo così i margini di manovra per le organizzazioni mafiose.

Il ruolo delle istituzioni è cruciale per contrastare queste dinamiche, e negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi avanti con la “normativa antimafia” e col potenziamento degli strumenti di monitoraggio, come l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
Tuttavia, la camorra continua a rappresentare una minaccia concreta, soprattutto nelle aree più vulnerabili del paese, dove la corruzione e l’omertà possono facilitare il radicamento della criminalità.

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