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La tecnologia di accumulo: un successo italiano Economia Italia e Mondo 

La tecnologia di accumulo: un successo italiano

La libertà energetica individuale e aziendale oggi è alla portata di tutti. Per libertà energetica si intende non dipendere da produttori e distributori di energia elettrica classici. La tecnologia e l’innovazione del campo del fotovoltaico, oggi ci dona la possibilità di produrre energia elettrica e di accumularla in una batteria per poterla usare quando ci serve. La tecnologia di accumulo è semplice. È come una batteria gigante che tramite un inverter, in base alla richiesta, accumula nella batteria o manda in rete per il fabbisogno della casa. Questa tecnologia, associata a un impianto fotovoltaico e se sviluppata con i giusti criteri, può rendere indipendentemente a livello energetico la propria abitazione o la propria impresa.

Facciamo degli esempi. Casa residenziale con 3kw di potenza può azzerare la propria bolletta con una spesa tra i 12/15.000€. Circa 6.000€ per l’impianto fotovoltaico e circa 6.000€ per l’impianto di accumulo. La diffusione di tecnologia fotovoltaica/accumulo oltre ad avere un risparmio economico sul cittadino che decide di diventare energeticamente indipendente ha un impatto positivo sull’ambiente perché viene meno il consumo e la richiesta di energia elettrica prodotta dalla combustione di petrolio/gas o carbone.

La tecnologia di accumulo oggi subisce molte critiche per l’uso di litio. Il metallo per antonomasia per la produzione delle batterie di accumulo che in un solo anno è raddoppiato nel prezzo e che viene estratto in paesi del terzo mondo dove lo sfruttamento della manodopera e le speculazioni crescono di pari passo.

Ma la tecnologia corre e in Italia abbiamo un esempio ormai globale, la FIAMM, l’azienda che ha inventato la batteria di accumulo al sale. La ditta fu fondata nel 1936 da Giacomo Pellizzari con il nome di Elettra per produrre batterie per uso industriale. Nel 1939 l’ingegnere Giulio Dolcetta, entrò nell’azienda rilevandola nel 1942 e cambiandole il nome in Fiamm. Nel dopoguerra l’azienda crebbe con i tre figli, Giovanni, Francesco e Mario, seguendo lo sviluppo italiano dell’auto. Negli anni sessanta e settanta il core business, all’incirca il 60% del fatturato, divenne l’automotive con le vendite dirette alle case automobilistiche: BMW, Fiat, Ford, Mercedes, Opel, Gruppo PSA, Renault, Toyota, Volkswagen, Jaguar, Ferrari, Maserati. Nel comparto degli avvisatori acustici fu fornitore unico della Ford. Negli anni ottanta ebbero inizio le prime acquisizioni (in Austria) e l’apertura di filiali in Francia, Germania e Spagna. Alla fine degli anni novanta la società in conseguenza della dimensione internazionale modificò gli asset manageriali con un piano di acquisizioni (in Repubblica Ceca, Brasile e Usa) e forti investimenti in tecnologie. Furono aperti 12 stabilimenti di cui 10 dedicati alla produzione di batterie.

Il 28 novembre 2016 venne siglato un accordo per una joint venture italo-giapponese con Hitachi Ltd; nel febbraio 2017 si costituì la Fiamm Energy Technology. Col 51% in mano al gruppo giapponese Hitachi Chemical con un’operazione di 86 milioni di euro (52 milioni pagati dall’Hitachi e altri 34 per l’aumento di capitale della nuova FET). Presidente divenne Misao Nakagawa, CEO Yaoukiro Nakayama. Il 49% restava al Gruppo Fiamm. FIAMM dal 2011 ha lavorato alla ricerca di batterie che utilizzassero una tecnologia alternativa al litio, sviluppando le batterie alimentate da sodio-nichel, ovvero che utilizzano il sale da cucina per l’alimentazione energetica.

Il sale presenta innumerevoli vantaggi: è un elemento a costo contenuto, facile da reperire, senza rischi per la salute, riesce a mantenersi “attivo” anche in caso di black out ed è del tutto riciclabile. FZSonick, azienda del gruppo FIAMM, produce e distribuisce accumulatori sodio-nichel per l’avviamento delle auto e per uso industriale, con interessanti utilizzi anche nell’energy backup per società come Telecom e Siemens. Attualmente FZSonick è impegnata nello sviluppo di innovative soluzioni per i trasporti come la versione elettrica del furgone Iveco DAILY a zero emissioni, il bus spagnolo Irizar i2e di 12 mt, totalmente elettrico, o il sistema di backup per la linea ferroviaria tedesca Bombardier. (fonte; ilprimatonazionale.it)

 

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