You are here
La Caritas: aumenta la povertà a Salerno Attualità Provincia e Regione 

La Caritas: aumenta la povertà a Salerno

Attraverso l’osservatorio delle povertà e delle risorse, la Caritas diocesana ha presentato i dati relativi alla povertà, al disagio e l’esclusione e le loro dinamiche di sviluppo su un territorio suddiviso in 48 comuni, dove la presenza di stranieri è principalmente di carattere residenziale ed è caratterizzata dalla presenza di etnie diverse.
Un aspetto che va valutato nell’ambito del fatto che la Caritas diocesana ha aderito alla campagna nazionale “Io accolgo” con le Acli che nasce con l’intenzione di dare una risposta unitaria alle politiche sempre più restrittive adottate in questi ultimi anni nei confronti dei richiedenti asilo e dei migranti. Nel 2019 si sono rivolti ai centri di ascolto Caritas della diocesi di Salerno 3052 persone: il 70% è costituito da italiani, il 21% da extracomunitari e il 9% da comunitari.
Il dato registra dunque un incremento nell’impoverimento degli italiani mentre la condizione degli stranieri era e resta difficile. Per quanto riguarda la nazionalità la maggior parte degli stranieri che si rivolge ai centri di ascolto è di origine europea (46%) tra cui principalmente ucraini e rumeni, e africana (45%) con una preponderanza di marocchini. Seguono persone provenienti da Asia e Sudamerica.
Dall’analisi incrociata emerge che sia gli italiani che i comunitari si rivolgono ai centri di ascolto principalmente le donne, mentre per gli extracomunitari sono gli uomini. Le donne sono perlopiù portavoce dei disagi e delle istanze dell’intero nucleo familiare. La mancanza di lavoro costituisce una determinante della condizione di povertà: la maggior parte delle famiglie in difficoltà denuncia come causa di impoverimento la mancanza di reddito dovuto al licenziamento o al fallimento di un’attività lavorativa.
Altro dato che viene messo in evidenza dal dossier è che la maggior parte delle persone che si rivolgono alla Caritas vive in affitto: solo l’11% degli italiani e del 17% degli stranieri risulta privo di abitazione. Un’altra fascia di popolazione sofferente è quella degli anziani: la fascia 41-50 anni è la più rappresentata seguita immediatamente dalla fascia 51-60 nella quale la perdita di lavoro apre scenari decisamente più difficili con scarse possibilità di reinserimento. Per quanto riguarda l’utenza straniera la fascia che raccoglie il maggior numero di persone è quella compresa tra i 30 e cinquant’anni.
Per quanto riguarda lo stato civile degli utenti la maggior parte è coniugato. Nel dossier oltre a tutta una serie di storie che raccontano come le risorse della Caritas vanno in aiuto delle situazioni di maggiore esigenza, c’è anche un capitolo a parte dedicato all’emergenza covid. Uno dei dati messo in evidenza è che diversi giovani si sono avvicinati al volontariato in una Caritas in cui fin dal primo momento dell’emergenza sanitaria ci si è adoperati per continuare a sostenere le persone in difficoltà.
Parrocchie, forze dell’ordine e associazioni hanno segnalato le richieste di aiuto nelle quali le novità sono state rappresentate da anziani soli che, spaventati dal rischio di contagio, non uscivano di casa. La Caritas ha calcolato che in generale le richieste di aiuto sono aumentate fino a raddoppiarsi. Durante la fase uno dell’emergenza sono stati supportati 500 nuclei familiari anche grazie all’iniziativa che ha consentito di raccogliere le eccedenze agro alimentari nei supermercati e di distribuirle alle famiglie in difficoltà, per un totale di circa 2000 persone: il 68% delle richieste arrivava da persone che per la prima volta avevano chiesto aiuto. Tra le richieste di intervento anche quella del pagamento di utenze varie e acquisto di bombole gas. Durante il lockdown inoltre la Caritas e implementato degli interventi straordinari in modo particolare per alcune famiglie rom e per il Circo Orfei.

scritto da 







Related posts