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Itinerari culturali all’estero: Praga e le sue sorelle Italia e Mondo 

Itinerari culturali all’estero: Praga e le sue sorelle

Dove iniziare un viaggio istruttivo ma anche esperienziale, se non da Praga? La capitale è la scelta più ovvia. Lo straordinario patrimonio architettonico sotto tutela Unesco, l’intensa e travagliata storia, i suoi trascorsi geopolitici, i grandi movimenti artistici, i caffè letterari dove si è consumata la rivoluzione culturale, le storie intriganti di magia e alchimia, gli intrecci di culture anche lontanissime, la straordinaria collezione di musei e gallerie, i nuovi distretti dell’arte e le tracce di quella che è definita la settima arte: il cinema, che qui da sempre porta i suoi set… Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Al di là del Castello, del gotico Ponte Carlo, delle chiese e cattedrali che toccano il cuore anche a chi non crede, delle tracce dell’era imperiale di Carlo IV e di quella asburgica, ma anche del regime e del post-comunismo, della letteratura di Kafka, della musica di Mahler, Beethoven, Mozart e Tchaikovsky, delle dottrine di Einstein, delle opere di Mucha, c’è sempre una scusa per tornare a Praga e scoprirne nuovi volti, quelli più segreti e insoliti, quelli che non si trovano sui libri di scuola. Come l’Art District 7, moderno polo culturale e artistico disseminato di gallerie, musei, teatri, cinema, club, laboratori, studi multimediali e spazi creativi per ogni espressione artistica, soprattutto quelle alternative e anticonformiste. Oppure le architetture moderniste e i luoghi del design. O ancora la Praga del mistero, con i suoi luoghi esoterici. E sicuramente la Praga di celluloide: la città, non di rado sotto mentite spoglie, spacciata per altre capitali, ha ospitato e continua a ospitare importanti ciak internazionali. Senza dimenticare che la capitale è la porta d’accesso alle meraviglie architettoniche della Boemia: Cesky Krumlov, Litomysl, il santuario di San Giovanni Nepomuceno, Kutna Hora, Trebon, Tabor e Slavonice, ecc.

Brno e la Moravia

Storia ma anche arte ed estro sono le carte vincenti di Brno, capoluogo della splendida Moravia, tra le Città Creative selezionate dall’Unesco. Qui più che mai, a fronte di una fervida produzione moderna in architettura, arte e design, si ritrovano tracce antiche di una storia intensa, legata anche a quella italiana. Basti pensare alla Fortezza dello Spielberg, triste scenario de “Le mie prigioni” di Silvio Pellico, qui incarcerato, insieme ad altri patrioti italiani agli albori del Risorgimento. Nella “carceri giuseppine”, perché volute da Francesco Giuseppe, furono tenuti anche Maroncelli, Confalonieri e altri italiani, oggi ricordati da una stele con la lupa romana nei giardini del castello. Tra le meraviglie da non perdere in città, con un salto avanti nel tempo, l’ineguagliabile Villa Tughendat. Capolavoro funzionalista dell’architetto Ludwig Miesevander Rohe, è l’unico monumento dell’architettura moderna in Repubblica Ceca a essere stato incluso nella Lista del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco. Per gli appassionati del genere, altri gioielli del funzionalismo sono Villa Stiassni, l’Era Café, lo Zeman Café, l’Avion Hotel, la Fiera e la Kolonie Novy Dum, quartiere residenziale progettato all’interno della Exhibition of Contemporary Culture, dove sopravvivono alcune abitazioni firmate da Fuchs, Grunt e Stary. Quanto agli itinerari classici, portano a visitare la cattedrale di San Pietro e Paolo, i Municipi vecchio e nuovo e il celebre Mercato delle verdure, il convento dei Cappuccini e quello dei Frati Minori, gli antichi bastioni e il cimitero ebraico. Suggeriamo poi l’insolito tour dei sotterranei della città: cantine, labirinti, corridoi, cunicoli e persino un Ossario invitano a scoprire la Brno nascosta. Nel resto della Moravia, imperdibili un tour tra cantine e vigneti lungo la Via del Vino e una visita alla città operaia ideale a Zlin, voluta da Bat’a. Sì, proprio quello delle scarpe…

Ostrava e la Slesia

Ed eccoci alla terza città per grandezza del Paese, dopo Praga e Brno, appunto. Non lontano dai confini polacco e slovacco, Ostrava è stata da sempre vocata all’estrazione di carbone nero di alta qualità e alla sua lavorazione. La città – capitale dell’archeologia industriale ceca, candidata all’iscrizione nella lista dell’Unesco in virtù del suo straordinario patrimonio di monumenti industriali del XIX secolo – conserva con orgoglio i suoi siti. Le miniere sono state chiuse e trasformate in musei e le fabbriche metallurgiche sono state riconvertite nell’ottica del design e della didattica, conferendole un volto moderno che crea un ponte con il suo passato millenario. Nel cuore di una val- le naturale alla confluenza di ben tre fiumi vanta un centro piacevole, con una piccola ma vivace movida, locali alla moda, indirizzi di tendenza, festival musicali e culturali, un bel castello, la cattedrale e la Torre del Nuovo Municipio, dal panorama impagabile. Ma le vere attrattive si trovano ai margini della città: i siti minerari, oggi museo, Landek Park e Dolni Vitkovice. La Bolt Tower sorge là dove c’era una fornace. Con la sua teoria di luci al neon, la torre di metallo svetta su un vasto sito metallurgico dismesso. Nel punto più alto ospita un design café panoramico. Anche Ostrava, poi, ha le sue “celebrity”. Un itinerario sulle orme dei personaggi illustri che da qui sono passati, conduce alla casa natale di Sigmund Freud, al castello dove soggiornarono Beethoven e Paganini, alla residenza estiva della famiglia Rotschild e in eleganti alberghi che ospitarono tra gli altri l’imperatore d’Austria e lo zar di Russia.

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