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Il turismo mondiale continua a crescere. Problema o opportunità? Italia e Mondo Turismo ed Eventi 

Il turismo mondiale continua a crescere. Problema o opportunità?

Il nuovo record di arrivi internazionali nel mondo, raggiunto con due anni di anticipo rispetto alle previsioni  – si parla di 1,4 miliardi di arrivi nel 2018, secondo i dati dell’ultimo World Tourism Barometer dell’Unwto – segnala un’accelerazione dei flussi turistici globali. Una tendenza in atto a dire il vero dal 2017 quando, rispetto alle previsioni di crescita sul 2016 stimate attorno al 4-5%, si era già registrato un incremento del 7%, cui si è aggiunto ora un +6% per l’anno appena terminato.

Questo andamento, molto positivo per l’economia del turismo e per quella dei tanti settori interessati indirettamente dal mondo dei viaggi e delle vacanze, va letto con attenzione e richiede oggi più che mai una presa di consapevolezza sul ruolo e gli effetti che il turismo ha localmente.

Questo perché al crescere dell’economia turistica crescono – probabilmente per la prima volta nella storia del turismo contemporaneo – anche movimenti d’opinione che vedono nel settore una minaccia e che vorrebbero il suo forte ridimensionamento. Come Touring siamo convinti, invece, che il turismo sia un germe positivo in grado di favorire la conoscenza reciproca tra i popoli, di stimolare la collaborazione internazionale e di costituire un vero strumento di pace, oltre a essere un driver di sviluppo socioeconomico importante.

Certamente la sua pervasività attuale ci impone di imparare sempre meglio a gestirloperché fenomeni come l’overtourism non costituiscano un danno per le destinazioni dal punto di vista ambientale e sociale. A nostro avviso i numeri del turismo, di per sé, non vanno demonizzati: il sovraffollamento che molte destinazioni mondiali stanno vivendo non ha come unica e diretta causa la crescente quantità di turismo. I tanti visitatori sono solo un elemento “facilitante”, al quale però vanno aggiunti fenomeni come la concentrazione spaziale in pochi luoghi o addirittura in poche vie di una località, la concentrazione in particolari periodi dell’anno, la tendenza a un turismo frettoloso e spesso superficiale (quello dei day visitors che non è turismo!), la parallela presenza dei commuters, ovvero dei pendolari che per motivi di studio o di lavoro “usano” una destinazione.

Occorre dunque, fare destination management con strumenti coordinati, che mettano insieme gli interessi di tutti gli stakeholder, e innovativi (tanto può fare la tecnologia se utilizzata correttamente): una sfida non facile, visto che ormai il settore dei viaggi rappresenta una delle espressioni più compiute della globalizzazione, ma che è necessario affrontare. (fonte: touringclub.it)

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