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Il tetto dei contanti da mercoledì scende a 2 mila euro. Arriva il bonus per i costi dei Pos: le novità di luglio sui pagamenti Attualità Italia e Mondo 

Il tetto dei contanti da mercoledì scende a 2 mila euro. Arriva il bonus per i costi dei Pos: le novità di luglio sui pagamenti

Scatta una doppia novità per cercare di limitare l’uso del contante e incentivare invece i pagamenti tracciabili: dal primo di luglio scende a 2 mila euro il tetto per regolare le operazioni via cash, mentre arriva il bonus collegato all’obbligo per i professionisti di installare i Pos per incassare i pagamenti elettronici. Il tetto all’uso dei contanti scende a 2 mila euro. Vediamo la prima novità, la riduzione del tetto al cash: viene ridotta di mille euro la soglia che limita le transazioni in denaro contante. Passa così, dal 1° luglio 2020, a 2 mila euro. Ma si tratta di uno snodo temporaneo che dovrebbe durare fino al 31 dicembre 2021. A partire dal 1° gennaio 2022, infatti, il decreto fiscale già prevedeva un ulteriore dimezzamento del limite a mille euro. Gli strumenti alternativi al contante più utilizzati sono state le carte di pagamento (di debito, di credito e prepagate) con le quali è stato regolato il 12,9 per cento delle transazioni. Tale percentuale risulta più che raddoppiata se si prende in considerazione il valore delle operazioni (28,6 per cento) in quanto l’utilizzo degli strumenti alternativi al contante cresce sensibilmente quando l’importo della transazione supera le 100 euro. Per il contante il valore medio di una transazione è stato di 13,57 euro, per le carte di 37,70 euro (per le carte contactless di 8,92 euro). Gli altri strumenti sono stati utilizzati per importi superiori, con un valore medio di 44,02 euro, maggiore per i bonifici (60,82 euro) e gli assegni (96,11 euro). In generale, l’importo medio delle transazioni è stato di 17,05 euro. Abbassare il tetto sulle transazioni di maggiore entità, dunque, ha a che fare soprattutto con il tentativo di contrastare i fenomeni di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. A questo si accompagna l’obiettivo di limitare l’evasione. Il tetto al contante è stato oggetto di molti dibattiti e successivi intervneti. Arrivato a punte di 12.500 euro, il tetto era stato abbassato a mille con il governo dei professori guidato da Monti. Poi, la legge di Stabilità per il 2016 del governo Renzi, era stato rimesso il tetto a 3 mila euro, dal quale ci muoviamo ora per riprendere la discesa verso la soglia precedente.
Obbligo di Pos per i professionisti: ecco il credito d’imposta sulle spese sostenute
Sempre al decreto fiscale si lega la seconda innovazione che scatta con luglio. Pochi articoli dopo il tetto al contante, il decreto ha introdotto un credito d’imposta pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per transazioni effettuate con carte di pagamento. In pratica, un bonus fiscale riconosciuto (affianco all’obbligo di accettare i pagamenti con carte) a esercenti attività di impresa, arte o professioni i cui ricavi e compensi riferiti all’anno d’imposta precedente non eccedano i 400 mila euro. Mirato a compensare, in parte, i costi sostenuti per incassare i pagamenti attraverso strumenti tracciabili, dalle carte di credito ai bancomat. La parte di costi recuperati per installare e gestire i Pos può esser utilizzata dagli esercenti in compensazione con il modello F24, a partire dal mese successivo a quello in cui sono state sostenute le spese. Attraverso il software delle Entrate, i professionisti devono mandare le operazioni effettuate con i mezzi di pagamento tracciabili, gli importi e i relativi costi (variabili e fissi) sostenuti per accettarle. La comunicazione deve avvenire entro il 20 del mese successivo a quello di riferimento e il credito verrà maturato mensilmente. Dettaglia la scheda sul decreto che deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo. Nel meccanismo entrano- scrive Repubblica.it anche le società che emettono le carte di pagamento, che devono inviare telematicamente all’Agenzia delle entrate (secondo le modalità diramate da quest’ultima con un provvedimento di fine aprile) le comunicazioni necessarie alla verifica della spettanza del credito d’imposta.

In occasione dell’introduzione del bonus, il Parlamento aveva soppresso le temute (da commercianti e professionisti) sanzioni per la mancata installazione dei Pos: sarebbero dovute scattare, sempre dal 1° luglio, con un importo fisso di 30 euro più una parte variabili pari al 4% del valore delle transazioni.

Al tema dell’uso del contante ha appena dedicato un’analisi la Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, mettendo in evidenza come nel tempo – nonostante le restrizioni al contante – “il valore assoluto dell’economia irregolare, al contrario, è cresciuto, passando da 202 miliardi di euro del 2011 a 210 del 2017 (+3,9%) e aumentando sia in corrispondenza dei periodi in cui il limite massimo di utilizzo del contante era di 1.000 euro, che negli anni successivi in cui la soglia veniva portata a 3.000 euro. Del resto, il fenomeno dell’economia sommersa trova origine in una pluralità di fattori. Economici innanzitutto, ma anche culturali (senso civico e rispetto delle regole), dovuti alla complessità e farraginosità dei sistemi amministrativi e fiscali, efficacia dei controlli, presenza di criminalità”. Per Rosario De Luca, presidente della Fondazione, “il limite alla circolazione del contante aiuta certamente a contrastare l’illegalità, ma gli interventi che vanno in questa direzione, per essere realmente incisivi, devono essere strutturali”.

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