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Il 7 ottobre di 37 anni fa l’assalto alla nave Achille Lauro del Fronte di Liberazione della Palestina Attualità 

Il 7 ottobre di 37 anni fa l’assalto alla nave Achille Lauro del Fronte di Liberazione della Palestina

Accadde oggi: erano le 13 del 7 ottobre 1985, 37 anni fa, quando un commando del Fronte di liberazione della Palestina, mescolatosi tra i passeggeri, bloccò la nave da crociera italiana ‘Achille Lauro’, appena salpata da Alessandria d’Egitto prendendo in ostaggio 450 passeggeri e l’equipaggio e chiedendo in cambio la liberazione di 52 palestinesi detenuti in Israele. Altrimenti, minacciarono, avrebbero fatto saltare la nave. La trattativa si mostrò subito difficilissima.  Scesero in campo l’Olp di Yasser Arafat e il capo dell’Flp Abu Abbas. L’8 ottobre la vicenda ebbe una svolta drammatica quando fu ucciso a sangue freddo un cittadino americano disabile, Leon Klinghoffer, ebreo, 69 anni. Il suo corpo fu gettato in mare dal commando. L’omicidio sollevò l’indignazione mondiale.

La resa avvenne il 9 ottobre: il commando lasciò la nave a bordo di una motovedetta egiziana e il giorno dopo la ‘Achille Lauro’ attraccò a Port Said. L’11 ottobre un aereo egiziano che stava portando il commando di sequestratori e Abu Abbas in Tunisia fu dirottato da quattro aerei americani e fatto dirigere verso la base Usa di Sigonella, in Sicilia. Il presidente americano dell’epoca Ronald Reagan telefonò all’allora presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi per chiedere l’autorizzazione per l’aereo egiziano di atterrare a Sigonella, autorizzazione che venne accordata. Craxi però rifiutò di consegnare agli Stati Uniti i sequestratori e i militari italiani della base di Sigonella si opposero alle truppe speciali statunitensi. L’iniziativa fu giustificata con la ”legittimità territoriale” che spettava a Roma. Le autorità italiane presero in consegna i dirottatori, mentre l’aereo egiziano con a bordo Abu Abbas si trasferì a Ciampino e successivamente a Fiumicino. Reagan chiese al governo italiano, tramite contatti tra l’ambasciatore Rabb e il ministro degli Esteri Giulio Andreotti, l’arresto preventivo di Abu Abbas. I quattro dirottatori furono accusati di omicidio volontario, sequestro e detenzione di ostaggi e trasferiti nel carcere di Siracusa il 12 ottobre. Ma Abu Abbas, considerato dall’Italia un semplice testimone, fu lasciato partire da Fiumicino con un aereo jugoslavo alla volta di Belgrado. Gli Usa, che avevano chiesto di processare i dirottatori, protestarono duramente con il governo italiano. Il 23 maggio 1987, la Corte d’Assise di Genova condannò in contumacia Abu Abbas all’ergastolo, come mandante del dirottamento e dell’assassinio di Klinghoffer, condanna confermata in Cassazione. Visse tranquillamente a Baghdad fino alla caduta del regime di Saddam. Arrestato dalle forze di occupazione statunitensi, è sempre rimasto in detenzione in Iraq fino alla morte, per cause naturali, l’8 marzo 2004.  Il destino dell’Achille Lauro Varata nel 1946, era usata per crociere nel Mediterraneo con il nome Willem Ruys. Fu ribattezzata Achille Lauro dopo essere stata acquistata dalla Flotta Lauro negli anni ’60. Nell’aprile 1975, mentre si trovava nello stretto dei Dardanelli, entrò in collisione con una nave trasporto bestiame, la Yousset, che affondò. Nel 1987, successivamente al fallimento avvenuto nel 1982 della Flotta Lauro, passò alla Starlauro di Eugenio Buontempo e Salvatore Pianura e quindi, nel 1991, alla Mediterranean Shipping Company. Per quattro volte l’imbarcazione fu colpita da incendi, l’ultimo dei quali, scoppiato il 30 novembre 1994, ne causò l’affondamento il 2 dicembre, tre giorni dopo. –

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