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Il 24 settembre di 44 anni fa l’arresto dell’autore della strage del sequestro Moro Attualità 

Il 24 settembre di 44 anni fa l’arresto dell’autore della strage del sequestro Moro

Accadde oggi: il 24 settembre 1979, 44 anni fa, arrestato Prospero Gallinari,  l’autore della strage di via Fani a Roma. Quella del sequestro Moro.
Gli agenti scendono dalla loro auto, si avvicinano e chiedono i documenti: immediatamente i ragazzi estraggono le pistole e aprono il fuoco. Il giovane che stava avvitando la targa viene colpito, e rimane a terra di fianco alla portiera della Giulia, mentre i due innamorati scappano: lui riesce a fuggire, mentre lei viene intercettata pochi metri più in là, in fondo a una rimessa, sotto ad un furgoncino bianco.

La strada è una delle tante grosse vie del centro città capitolino, fiancheggiata dalle mura. Sul lato della strada è parcheggiata una Giulia Blu, attorno alla quale armeggiano alcuni giovani.
Due si baciano, mentre un altro è alle prese con le viti della targa: una volante della polizia si avvicina, forse in un controllo di routine, o più probabilmente richiamata da una telefonata al 113 di qualche “cittadino eroe”, insospettito dai movimenti intorno all’auto.
L’identificazione della donna è quasi immediata, si tratta di Mara Nanni, ventitreenne uscita dal carcere poco più di un anno prima per una sparatoria nei pressi del carcere Regina Coeli: quando i poliziotti la ammanettano dichiara “Sono una prigioniera politica”.
Molto più difficile risulta invece l’identificazione del giovane, immediatamente trasportato all’ospedale San Giovanni, in fin di vita: solo in tarda serata la Questura di Roma dichiara le sue generalità, si tratta di Prospero Gallinari, considerato elemento di spicco e uno dei capi storici delle Brigate Rosse.

Prospero Gallinari nasce il 1 gennaio 1951 a Reggio Emilia. Nel 1969 aveva aderito e militato nel gruppo detto dell’appartamento, insieme ad Alberto Franceschini, Tonino Paroli e ad altri dissidenti del PCI che dopo il convegno di Pecorile avevano deciso di iniziare il percorso della lotta armata per il comunismo. Dopo una breve e discussa parentesi di militanza nel Superclan, nel 1973/74 era entrato definitivamente nelle BR, prima come membro irreoglare e poco dopo come clandestino. Nel 1978 partecipa con un ruolo di grande rilievo al sequestro di Aldo Moro; è infatti uno dei quattro componenti del nucleo di fuoco travestiti da avieri Alitalia che massacra la scorta del Presidente della Democrazia Cristiana.
Durante gli anni di prigionia a seguito dell’arresto del 1979, Gallinari non collabora con i magistrati, continuando a prendere parte all’analisi politica delle Brigate Rosse. Nella metà degli anni novanta, a causa di gravi motivi legati alla salute (dovuti ai proiettili ricevuti durante l’ulitmo arresto), riesce ad ottenere i primi permessi per poter tornare a casa.
Gallinari viveva a Reggio, nel quartiere Canalina, era in libertà vigilata quando morì nel 2013.

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