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Il 24 dicembre del 1920 al Metropolitan di New York l’ultima esibizione del tenore Enrico Caruso Attualità 

Il 24 dicembre del 1920 al Metropolitan di New York l’ultima esibizione del tenore Enrico Caruso

Accadde oggi: era il 24 dicembre del 1920, 103 anni fa, al Metropolitan di New York si esibisce per l’ultima volta il tenore italiano Enrico Caruso, sofferente da quando fu colpito dal crollo di una colonna di scenografia, l’11 dicembre aveva dovuto interrompere lo spettacolo per un’emorragia alla gola. Enrico Caruso, tenore per eccellenza, possedeva una voce melodica. nacque a Napoli, nel quartiere di San Carlo all’Arena, in via Santi Giovanni e Paolo 7, il 25 febbraio del 1873 da genitori originari di Piedimonte d’Alife (rinominato, nel 1970, Piedimonte Matese), nell’allora provincia di Terra di Lavoro (confluito poi nella neo-costituita provincia di Caserta nel 1945). Il padre, Marcellino Caruso, era un operaio metalmeccanico, mentre la madre, Anna Baldini , era una donna delle pulizie. Dopo aver frequentato le scuole regolari, a dieci anni andò a lavorare col padre in fonderia, ma sotto l’insistenza della madre si iscrisse a una scuola serale, dove scoprì di essere portato per il disegno; iniziò poi ad elaborare progetti di fontane per l’officina dove lavorava. Nel frattempo cresceva in lui il talento e la sua voce. Le prime arie d’opera e le prime nozioni di canto gli vennero insegnate dai maestri Schirardi e De Lutio. Nel 1888 la madre morì di tubercolosi e poco tempo dopo il padre si risposò con Maria Castaldi.

Caruso posa accanto a un elegante grammofono modello Victrola. Oltre a cantare nel coro della chiesa, Enrico fece qualche apparizione in spettacoli teatrali. La sua voce nel frattempo si era irrobustita e le piccole rappresentazioni cominciarono a non bastargli più. La sua fortuna iniziò quando il baritono Eduardo Missiano, sentendolo cantare a un funerale nella chiesa di Sant’Anna alle Paludi, una messa di Saverio Mercadante, si entusiasmò a tal punto che lo presentò al maestro Guglielmo Vergine, il quale accettò di dargli lezioni per migliorare la voce, ma pretese da lui il 25% dei suoi compensi con un contratto che sarebbe durato cinque anni. Nel 1894 Caruso venne chiamato alle armi, ma dopo solo un mese e mezzo, grazie alle leggi in vigore a quel tempo e a un maggiore che era amante della musica, venne congedato e inviato a casa per permettergli di continuare a cantare e a studiare. Dopo le lezioni con il maestro Vergine, Caruso si sentiva ormai pronto all’esordio, ma alle prove per la Mignon di Ambroise Thomas non venne accettato. Esordì il 16 novembre 1894 con una parte in L’amico Francesco di Mario Morelli (compositore), percependo 80 lire per quattro rappresentazioni (poi ridotte a due a causa dello scarso afflusso di pubblico e nonostante una buona critica). Morì a Napoli il 2 agosto del 1921, aveva 48 anni.

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