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Il 21 maggio di 31 anni fa l’uccisione di Rajiv Gandhi Attualità 

Il 21 maggio di 31 anni fa l’uccisione di Rajiv Gandhi

Accadde oggi: il 21 maggio del 1991, 31 anni fa, venne ucciso in un attentato Rajiv Gandhi, ex primo ministro dell’India ed allora uno dei politici più noti e importanti del paese. Rajiv Gandhi morì in seguito a un attentato suicida mentre si trovava nella città di Sriperumbudur, nello stato meridionale del Tamil Nadu, dove stava facendo campagna elettorale per le imminenti elezioni generali. L’attentato fu organizzato dalle Tigri Tamil, un gruppo terroristico dello Sri Lanka. Rajiv Gandhi aveva 46 anni ed era stato primo ministro indiano dal 1984 al 1989, eletto con il Partito del Congresso (l’Indian National Congress, INC), il principale partito riformista del paese. Era figlio di Indira Gandhi, una delle più importanti politiche nella storia dell’India, e del giornalista Feroze Gandhi. Indira Gandhi era a sua volta figlia di Jawaharlal Nehru, primo primo ministro dell’India, e nipote di Motilal, uno dei primi indipendentisti indiani. Non era in nessun modo imparentata col Mahatma Gandhi, che era però un grande amico del padre, e prese il cognome dal marito (il quale in realtà si chiamava Feroze Jehangir Ghandy, ma che cambiò la grafia del cognome proprio in onore del Mahatma Gandhi). Indira Gandhi fu prima ministra, fatta eccezione per tre anni, dal 1966 fino al giorno della sua morte, il 31 ottobre 1984: venne uccisa da due sue guardie del corpo sikh, che volevano vendicare il modo in cui aveva represso i movimenti indipendentisti dello stato del Punjab indiano. Quello stesso giorno suo figlio Rajiv Gandhi venne nominato capo del governo al suo posto.

Rajiv Gandhi era il figlio maggiore di Indira Gandhi, ma per molto tempo non si era interessato alla politica. Fu convinto a entrare in politica da sua madre solo nel 1980, in seguito alla morte in un incidente aereo di suo fratello minore Sanjay Gandhi, che era destinato a prendere il posto della madre come leader del Partito del Congresso. Prima di allora, Rajiv Gandhi aveva studiato ingegneria all’Università di Cambridge, nel Regno Unito, dove si era laureato nel 1965. Durante la permanenza nel paese aveva conosciuto l’italiana Sonia Maino, che successivamente avrebbe sposato e che oggi è presidente del Partito del Congresso. Dopo essere diventato primo ministro in seguito alla morte della madre, Rajiv Gandhi chiese al presidente indiano Zail Singh di sciogliere il Parlamento e di indire nuove elezioni. Gandhi si candidò come leader del Partito del Congresso e ottenne una netta vittoria che permise al suo partito di avere il controllo della Lok Sabha, la Camera bassa del Parlamento indiano. Nei suoi anni di governo, Gandhi cercò di staccarsi dal modello socialista portato avanti dalla madre e di liberalizzare l’economia del paese attraverso una serie di interventi volti a incoraggiare la produzione industriale. Fu successivamente coinvolto in un grosso scandalo, in cui erano implicati alcuni suoi collaboratori, accusati di avere preso tangenti per l’assegnazione all’azienda svedese Bofors di una fornitura di nuovi cannoni all’esercito indiano.

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