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Il 10 agosto di 76 anni l’imperatore Hirohito annuncia la resa del Giappone agli Alleati Attualità 

Il 10 agosto di 76 anni l’imperatore Hirohito annuncia la resa del Giappone agli Alleati

Accadde oggi: fu l’imperatore Hirohito, la notte tra il 9 e il 10 agosto 1945, 76 anni fa, (dopo le atomiche su Hiroshima e Nagasaki),  a prendere la decisione di accettare la resa del suo Giappone, dopo che il Consiglio per giorni non aveva raggiunto l’unanimità. Ma c’era una condizione che era giudicata inderogabile: il mantenimento del sistema imperiale. La risposta degli Alleati al riguardo fu ambigua, e questo provocò un paio di giorni di tentennamenti, di fraintendimenti e di comunicazioni inconcludenti. Temendo che i giapponesi stessero preparando un ultimo grande attacco, il 14 agosto Truman ordinò un enorme bombardamento a tappeto sul territorio giapponese, considerandolo l’ultimo passo prima di una nuova atomica. Ma quella sera Hirohito chiese al Consiglio di ratificare la resa, registrando il discorso in cui l’avrebbe cripticamente annunciata ai suoi sudditi.

Quella notte, il tenente Kenji Hatanaka seguito da un gruppo di cospiratori tentò di compiere un colpo di stato occupando il palazzo imperiale per impadronirsi dei nastri con la registrazione del discorso prima che fosse trasmesso. Per tutta la notte Hatanaka interrogò i funzionari imperiali minacciandoli con una spada da samurai per farsi rivelare dove fossero nascoste le registrazioni, senza successo. Provò ad andare agli studi della radio pubblica, la NHK, per parlare in diretta radiofonica, ma non ci riuscì nonostante le minacce. Dopo aver distribuito dei volantini per Tokyo contro la resa, intorno alle 11 di mattina del giorno dopo si uccise sparandosi. Un’ora più tardi fu trasmesso il discorso dell’imperatore.

La resa giapponese significava la vera fine della Seconda guerra mondiale, e arrivò negli Stati Uniti quando era ancora il 14 agosto, giorno in cui viene festeggiata ancora oggi.  Fu firmata formalmente il 2 settembre a bordo della corazzata statunitense USS Missouri, ormeggiata nella baia di Tokyo, dando inizio all’occupazione del paese e alla ricostruzione dell’economia nazionale, il cosiddetto “miracolo economico”. Ma su molte isole del Pacifico, i soldati giapponesi non credettero alle notizie sulla resa, e continuarono a combattere una guerra che per il resto del mondo era finita, nel nome del codice di condotta dei samurai. La maggior parte si sarebbe arresa nel giro di qualche mese, ma alcuni soldati rimasero per anni nei loro presidi, compiendo sporadiche azioni di guerriglia contro le truppe Alleate. Gli ultimi, Hiro Onoda e Teruo Nakamura, si arresero soltanto nel 1974.

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