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Iervolino: “Ecco perchè torna Nicola e non esonero De Sanctis” Calcio Salernitana 

Iervolino: “Ecco perchè torna Nicola e non esonero De Sanctis”

Di seguito le dichiarazioni del presidente della Salernitana Danilo Iervolino: “Anche per evitare lo sfogatoio dei social ho ritenuto opportuno intervenire in prima persona. Prima di giocare la partita con l’Atalanta credo che la situazione sia sfuggita di mano a tutti, è stato fatto passare il messaggio ci siano spaccature e divisioni tra l’area tecnica e la dirigenza. Siamo al paradosso se dopo una partita non ci possa essere un confronto all’interno dello spogliatoio. Altro discorso è dire che la squadra ha gambe scariche e non ha la percezione del pericolo. Abbiamo avuto visioni convergenti sin dal primo momento. Noi volessimo che la Salernitana facesse bel calcio, purtroppo a Bergamo abbiamo perso 8 a 2 ed è una imbarcata fuori dal comune. Non accadeva da oltre 20 anni. Capita al PSG e al Barcellona, alla Roma. Però la cosa che realmente ha fatto venire a ognuno di noi l’idea ci fosse qualcosa di grave era la non volontà di giocare al calcio. Non abbiamo preso un’ammonizione. E’ stata una disfatta. Mi sono sentito in dovere di cambiare, in quel caso puoi fare una sola cosa: rivedere il progetto tecnico, attraverso l’esonero dell’allenatore. Persona che stimo tantissimo, che ha una umanità e una sensibilità fuori dal comune e questo posso garantirvelo. Nel frattempo, a discapito di ciò che è stato scritto, abbiamo trovato altri allenatori. Noi abbiamo progetti ambiziosi come pochi, di allenatori ce ne sono quanti i pini marini e si sono offerti alla Salernitana circa un centinaio di mister da ogni parte del globo. Abbiamo ipotizzato l’identikit, c’erano stati dei colloqui in collaborazione con il direttore sportivo senza l’ansia di dover immediatamente portare qualcuno all’attenzione dei fan. Sarebbe stata una scelta di comodo da dare in pasto alla piazza”.

Il presidente prosegue: “Ieri mi ha chiamato il direttore sportivo e mi ha manifestato la volontà di Nicola di tornare a Salerno. De Sanctis ha speso mille parole positive. Ci ho parlato, si tratta di storie di uomini che hanno costruito la nostra salvezza. Una decisione può essere presa, ritirata. Mi ha detto delle cose importanti. Sulla città, su di lui, sui tifosi, sull’affetto per me, sugli errori commessi. Se non perdi una persona non sai mai quanto ti manca e quanto ti mancherà. Si arriva a un grande chiarimento solo quando si arriva a una cesoia netta. Mi sarebbe mancato per sempre, le sue parole mi hanno colpito. Ci ho pensato molto, da quest’altra parte avevamo pensato a una sostituzione ma per il bene della Salernitana è giusto che Nicola prosegua la sua esperienza e che abbia un’altra chance con l’impegno di portare avanti una squadra che giammai deve patire un disagio e una mortificazione come quella di domenica pomeriggio”.

Quale è stato il ruolo della squadra su questa decisione?
“Ho parlato con la squadra. Siamo noi a scegliere l’allenatore, altrimenti si capovolge l’ordine naturale delle cose. Però mi faceva piacere sentire le loro riflessioni rispetto a una decisione atipica. Il calcio deve evolversi con delle sensibilità differenti, prendendo scelte teoricamente impopolari. Ho sempre detto che Nicola è l’allenatore giusto per la Salernitana, deve ritrovare equilibrio con la squadra e il manico da leader carismatico. Mi auguro che questo possa avvenire quanto prima”.

Che cambiamento si aspetta sul campo?
“Non dimentichiamo che questo è un gioco. Io presidente, tifoso e azionista non posso essere mortificato. I risultati sono importantissimi, ma vanno letti anche in virtù della comparazione con le altre squadre. Non so quanti punti faremo da qui alla fine, potremmo farne zero noi, zero le altre e ci salviamo lo stesso. Ad oggi abbiamo 9 punti di vantaggio sulla terzultima, ora abbiamo il Napoli che è una delle squadre più forti d’Europa e poi Lecce e Juventus. Dopodiché avremo un calendario ragionevolmente più tranquillo”.

Il progetto ha subito rallentamenti?
“No. Nicola è stato sfiduciato e poi ha riacquisito la fiducia. Mi sembra che ha chiesto a gran voce di tornare dopo essere stato esonerato, ho avvertito la sua voglia di assumere un impegno e un sentimento maggiore. Mi aspetto tanto da lui come giusto che sia. Mi ha chiesto un atto di fede, coraggio e riconoscenza e io ho detto di sì. Dal punto di vista della classifica, è evidente che una squadra che era decima 4 partite fa e poi ne ha totalizzato solo uno debba assumersi la responsabilità e raggiungere l’obiettivo primario. Stratificherei l’obiettivo in due livelli: la salvezza è quello minimo. Il primo giorno che ho preso la Salernitana ho detto di garantire la costante permanenza in massima serie, cose che la Salernitana non ha mai avuto. Potremo sopravanzare la classifica valorizzando i giovani e cercando di produrre un buon calcio. Da oggi dobbiamo essere realisti e non stare con la testa per aria. Tornando indietro non so se rifarei certe cose, non sai mai se devi manifestare prudenza o ambizione per trasmettere fiducia ai calciatori. E’ chiaro che volevo un gruppo con personalità e convinzione, ora però dobbiamo pensare alla salvezza per dare a Salerno dignità calcistica”.

Ipotizzabile un ritorno di Sabatini?
“Le squadre vincenti formano nell’immaginario comune delle icone. Un giorno ameranno De Sanctis come hanno amato Sabatini. Devo difendere maggiormente il nostro direttore sportivo, è un ragazzo che ce la mette tutta e tantissimi calciatori hanno sofferto il campionato italiano. Lovato e Pirola erano i ventenni più ricercati, per prendere Daniliuc abbiamo vinto la sfida col mondo. Non dimenticherei attaccanti formidabili come Botheim e Valencia, aggiungo Dia, Piatek. Oggi si fanno le critiche e lui è il primo ad essere criticato. Questa cosa non mi piace, lui gode della mia fiducia. Sono certo che i suo investimenti ci ripagheranno, il giochetto del capro espiatorio non mi piace. Salerno è l’unica piazza che ha avversione nei confronti della figura del direttore sportivo. La squadra la fa il presidente perchè è quello che paga, se c’è qualcosa che non funziona è colpa mia. De Sanctis è un suggeritore. La rosa è stata costruita per Nicola. Si poteva far meglio? Ok. Ma la classifica dice che non abbiamo bucato del tutto. Le critiche costruttive fanno crescere, ma spesso leggo cose becere ed aggressivo e mi auguro che sui social i tifosi possano abbassare il livello dello scontro. Posso assicurarvi, comunque, che i rapporti con Sabatini sono eccellenti, già 15 giorni dopo quella sciocchezza è rientrata e c’è stima per una leggenda”.

Per Nicola fiducia a tempo?
“Tutto è a tempo, il contratto è a tempo per definizione. Gli ho detto che la squadra è molle nelle gambe, mancano energia e coraggio. Dobbiamo correre di più, vorrei rivedere il gioco aggressivo e di copertura di Nicola. Non vogliamo mai più prendere un’altra imbarcata”.

Quali degli allenatori incontrati era più vicino alla firma?
“I social sono disturbatori, mi auguro che la vostra voce qualificata possa intervenire su certi argomenti per il bene di tutti. Se ci fosse stato un altro allenatore prima di lunedì sarebbe arrivato dopo due ore. Invece no, c’abbiamo pensato facendo una serie di riunioni e riflessioni. Alcuni erano meritevoli di allenare, si sono proposti nomi anche eccellenti. Qualche volta, ma raramente, avete imbroccato la strada giusta. Tante volte avete preso un’altra direzione. Scrivere che un giocatore va via, che ci sono scambi con gente più forte o che c’è un tecnico dietro l’angolo crea traumi psicologici per i giocatori. Io voglio un rapporto diretto, aperto e autentico con la stampa. Abbiamo un filo diretto con la nostra responsabile, quando volete le verità parlate con la società. Molte volte quanto scrivete diventa un elemento di disturbo, ho letto cose che non erano nell’aria e oggi vi ritrovate Nicola. A fine campionato vi dirò chi fossero i mister candidati, certo non quelli di cui avete parlato. Basta aspettative e false notizie, altrimenti si crea una tensione che riverbera sulla società”.

Scelta di Nicola anche per motivi economici?
“Lo dite a chi ha speso 47 milioni? Non dico sia offensivo, ma quasi. La scelta non deriva da questi aspetti, vi ho detto tutto prima. Io tengo alla Salernitana, sto lavorando per rimettere a posto un equilibrio interno per far sviluppare personalità. Vogliamo allenamenti intensi, furore agonistico, attenzione alla fase difensiva trasformando le occasioni di bel gioco in chance offensive che portino al gol. E’ quello che ho chiesto a Nicola”.

Cosa le ha insegnato questa esperienza?
“Non lo so. Lo sapremo. Qualsiasi scelta, soprattutto quando non omologata, va valutata nel tempo. Lo faremo insieme. Daremo un significato ad alcune scelte”.

Tifosi disorientati, ci sono striscioni critici e note del Centro di Coordinamento…
“Mi dispiace. Spero che leggendo queste parole siano meno disorientati e confusi. Noi abbiamo al nostro interno storie di uomini capaci di fare cose straordinarie. Le grandi cose non vengono dalla polvere di stelle, ma dall’uomo. Chiediamo fiducia ed energia, fare mea culpa porterà a fare a pugni per riavere quello che ci è stato tolto. Il mio è un pensiero lineare, senza retorica o dietrologia. Non ho secondo fini, posso sbagliare ma sono una persona limpida. Nella vita ho fatto tanto, avessi agito con moderazione oggi non saremmo in serie A”.

Un messaggio per i calciatori?
“Sono i primi responsabili e mi aspetto molto di più. Per una strana e anomala regola, e parlo in generale, non si può sciogliere un rapporto quando un tesserato non ti soddisfa”.

Potendo tornare indietro aspetterebbe il risultato di Empoli-Sampdoria prima di esonerare Nicola?
“Non è un problema di punti persi, ma di 8 gol incassati. Sul 3-0 non avrei esonerato Nicola. Una imbarcata non deve capitare mai più, non siamo una squadra costruita per dimenticarsi di giocare duro, corpo a corpo, con agonismo e atleticita’ che non deve permettere a nessuno di farci otto gol. Nemmeno fosse il Real Madrid”.

Che riscontri ha avuto dagli allenatori incontrati?
“Ne ho visti di bravi e forti, ognuno a modo suo. L’allenatore è un leader che interpreta la sua voglia e il suo pensiero trasmettendo identità alla squadra che allena. Nicola può dare di più alla Salernitana. Non dobbiamo fare drammi, non stiamo parlando di problematiche ma dl gioco più bello del mondo e di andare allo stadio con le famiglie. Uno spettacolo che deve fare accoglienza. Non è un dramma quando trovi una soluzione che può apparentemente disorientare e che può sembrare atipica, ma che invece è un nuovo modo di interpretare il calcio rimettendo al centro umanità e capacità d’ascolto. Sono stato tacciato di essere decisionista, poi poco decisionista. C’è chi mi condanna perchè abbiamo chiesto un parere ai giocatori, altri dicono che faccio troppo di conto mio. Tutti allenatori, tutti presidenti e va bene così. L’importante è non sfociare nelle volgarità, nelle offese e nell’illegalità”.

Sabato derby…
“La mia partita del cuore. C’è chi macina il gioco più bello d’Europa, noi abbiamo voglia di volerci riscattare immediatamente dimostrando di non essere secondi a nessuno. Sono convinto che sarà un grande spettacolo, ce lo godremo in totale sintonia tra tutte le componenti”.

Nelle discussioni con Nicola avete parlato anche di mercato?
“E’ compito del direttore sportivo che, senza dubbio, ha pensato a qualcosa. Noi abbiamo una squadra forte, da valorizzare. C’è qualche calciatore che non ha fatto lo scatto di personalità. O viene uno forte o è meglio non prendere nessuno. Serve gente che rinforzi immediatamente la rosa, non per fare il gregario. La rosa è già forte così. Avete visto Nicolussi Caviglia e Ochoa? Abbiamo preso due gioielli in due reparti diversi, dobbiamo seguire questa strada ritrovando lo spirito interno e la convinzione che porta poi a fare bene”.

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