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Galleria tra Maiori e Minori: le preoccupazioni dei cittadini, il Comitato scrive alla Procura di Salerno Attualità Provincia Provincia e Regione 

Galleria tra Maiori e Minori: le preoccupazioni dei cittadini, il Comitato scrive alla Procura di Salerno

Segnalate enormi cavità sotterranee nel tratto di strada che collega Minori e Maiori, dal Comitato Tuteliamo La Costiera Amalfitana che scrive alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno Cittadella Giudiziaria, alla Soprintendenza ABAP  di Salerno e Avellino, all’Associazione Italia Nostra e al Distretto Appennino Meridionale (ex Autorità di Bacino destra Sele) Centro Direzionale-lsolaE3- Napoli. I cittadini di Minori esprimono forte preoccupazione rispetto alla previsione della realizzazione della galleria tra Maiori e Minori per quelle che potrebbero essere “le pericolose conseguenze dei lavori sul costone di roccia tra i due comuni”.

La nota dei cittadini Giovanni e Mario Leone Ulderico D’Auria

Una mattina d’estate, attratti dal fascino dei racconti dlegli anziani del posto, che parlano di grotte marine nel tratto di mare tra Maiori e Minori, decidono di avventurarsi all’interno di una di quelle grotte e precisamente in quella denominata “grotta di Santa Trofimena”. Arrivano con una barchetta sotto il costone, in corrispondenza del belvedere subito dopo la “Torricella” di Minori, proprio dove inizia la grotta e scorgono due piccoli anfratti poco sopra il livello del mare. Gli audaci strisciano carponi all’interno dello stretto cunicolo, con i sottilissimi stalattiti che si spezzano man mano che essi avanzano; dopo alcuni metri, arrivano ad una prima cavità di notevoli dimensioni sia per ampiezza che per altezza e rimangono stupiti dallo spettacolo che si presenta ai loro occhi.

Restano stupefatti dalle fantastiche, enormi sculture naturali di svariate forme, costituite dalle tante stalattiti e stalagmiti ed anche dalla presenza di conche di acqua limpida. Proseguono ancora fino a raggiungere una seconda cavità, posta ad un livello superiore, di più ampia superficie. Da questa posizione scorgono altre cavità, molto più in alto. Si rendono subito conto che a questo punto la loro avventura è terminata sia per la scarsissima luminosità,in quanto ormai le torce erano scariche, ma soprattutto per la manifesta impossibilità di raggiungere quelle altezze perché sprovvisti di attrezzature idonee a un sia pur minimo tentativo di un vera scalata. Si incamminano sulla via del ritorno, non trascurando di raccogliere qualche piccolo “souvenir” ( lasciato sul posto da qualche precedente esploratore ), e raggiungono la spiaggia convinti di aver vissuto un vero sogno che, ancora oggi, come allora, è bene impresso nei loro occhi e nelle loro menti. Tale racconto ha il solo scopo di testimoniare in modo concreto e tangibile la reale esistenza delle numerose, vociferate, enormi cavità sotterranee lungo il tratto che collega Maiori a Minori. E non “scopriamo l’acqua calda!!!”, se è vero,come è vero, che in tempi abbastanza remoti,proprio in quelle aree si sono verificati grossi cedimenti che hanno coinvolto vari manufatti e terrazzamenti, procurando addirittura il seppellimento di beni artistico-monumentali che, a quei tempi, non godevano di particolare tutela. Di tali eventi alluvionali verificati si tra il 1910 ed il 1954, si parla ampiamente e si trovano testimonianze anche nella pubblicazione, edita dal Comune di Minori e dal titolo “Minori Antica  Reghinna Minor”, con particolare riferimento alla massiccia frana in località San Francesco, adiacente alla Grotta dell’Annunziata. Lo storico prof. Giuseppe Gargano, del Centro Cultura e Storia Amalfitana, in un suo scritto, ha, inoltre, riportato l’episodio con dovizia di particolari.

Di conseguenza, non poco preoccupano gli accadimenti di questi ultimi mesi, quando, a seguito di alcune perforazioni di verifica e dello studio di fattibilità dell’opera, sull’area in questione e precisamente in località Torre, in prossimità della Chiesetta di San Michele, si sono verificati una serie di allagamenti in alcune abitazioni, dove sgorgava acqua, nonché il cedimento di alcuni terrazzamenti, prossimi al punto delle operazioni di trivellazione.

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