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Furto di gioielli alla donna che ha donato gli organi all’Umberto I, aperta un’inchiesta Provincia e Regione 

Furto di gioielli alla donna che ha donato gli organi all’Umberto I, aperta un’inchiesta

Sul caso del furto di monili in oro spariti alla paziente Olga Savchenko , poi deceduta, la direzione sanitaria dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore si appresta ad aprire un’inchiesta interna. La notizia della scomparsa di una catenina d’oro, due anelli, un bracciale, degli orecchini e il cellulare della 42enne russa mentre era in Rianimazione ha destato indignazione nei vertici della struttura sanitaria di viale San Francesco. Questa mattina ci saranno i primi confronti tra il direttore Maurizio D’Ambrosio e i medici che hanno avuto in cura la donna. In questo caso, più degli altri, gli sciacalli hanno dimostrato insensibilità. Gli organi che ha donato la donna russa, residente a Scafati da quindici anni, hanno salvato la vita di otto persone. Un gesto di amore e solidarietà che avrebbe dovuto ricevere solo onori e invece è stato macchiato da un atto così vile. Il furto è stato denunciato dalla cugina della 42enne che, assistita dall’avvocato Iolanda Giacumbi , lunedì pomeriggio- scrive la Città- si è recata dai carabinieri della stazione di Nocera Inferiore per sporgere denuncia. In un sacco nero di quelli per i rifiuti, ha detto al maresciallo che ha verbalizzato, le sono stati restituiti gli abiti e le pantofole, ma non c’era traccia degli oggetti preziosi e del telefonino del valore di circa 700 euro che, al momento del ricovero, Olga aveva con sé. Beni che la famiglia vorrebbe riavere per conservare una foto recente della 42enne, che mancava dalla Russia da un anno e mezzo. Tra i monili spariti c’è la medaglietta ricevuta dalla madre come amuleto quando lasciò il suo Paese. La 42enne era stata ricoverata all’ospedale di Nocera Inferiore il 28 maggio. Soffriva di un problema congenito al cervello, tant’è che aveva già subito un intervento. Giovedì scorso non si è sentita bene ed è stata portata al Pronto soccorso del “Martiri del Villa Malta” di Sarno, dove è stata riscontrata l’acutizzarsi della criticità a livello cerebrale.

Da lì trasferita nel reparto di Neurochirurgia di Nocera. Arrivata all’Umberto I^, gli effetti personali sarebbero stati lasciati in un mobiletto della stanza ospedaliera. Dovrà essere appurato dove erano stati riposti e se qualcuno li avesse presi in custodia prima dell’intervento per l’aneurisma. Al termine dell’operazione Olga non è tornata in Neurochirurgia, ma è stata portata in Rianimazione, in coma irreversibile. Contattata la famiglia, anche con l’ausilio di un interprete, si è presentata la cugina che vive a Modena. La figlia 26enne che vive nella Russia meridionale, a Kalach-na-Donu, ha acconsentito all’espianto una volta accertata la morte cerebrale. Sono state salvate otto vite, tra cui quelle di due bambini. Olga fino a qualche mese fa ha gestito un bar a Scafati.

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