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Fondi Ue, De Luca: “La Campania non si vende. Fanno ricorso sui manifesti della Regione: ? Sì, all’Onu” Attualità Primo piano 

Fondi Ue, De Luca: “La Campania non si vende. Fanno ricorso sui manifesti della Regione: ? Sì, all’Onu”

Altro affondo di De Luca contro il Governo Meloni. Questa mattina, parlando a margine di un convegno alla Mostra d’Oltremare, il governatore della Campania è tornato a parlare di ciò che è accaduto nei giorni scorsi durante la manifestazione organizzata a Roma dalla Regione Campania contro l’Autonomia Differenziata e il presunto blocco dei fondi europei.  E, in particolare, sulla risposta ricevuta dalla premier durante la protesta. “Andate a lavorare? Ma come ti permetti, razza di… Questo è stato l’insulto vero, detto anche con un tono di razzimo. Siamo andati lì esattamente per lavorare, per avere le risorse e aprire i cantieri. Il primo insulto, la prima offesa lo abbiamo avuto noi lì, e non abbiamo reagito. E’ stato un episodio clamoroso – ha aggiunto De Luca- in positivo in termini di lotta sociale e democratica e in negativo come attacco alla democrazia. Non si è mai visto in Italia uno spintonamento, un blocco di 500 sindaci che avevano fatto 4 ore di pullman per andare a Roma. Sugli organi d’informazione non si è parlato dei due obiettivi per cui eravamo andati a manifestare, cioè contro l’autonomia differenziata e per sbloccare i fondi sviluppo e coesione. Il problema sui giornali era di galateo. Alla sindaca di Arzano hanno detto di togliersi la fascia per passare in via del Corso. Questa è gente che non sa cos’è la democrazia. Abbiamo subito una censura esplicita, mica i giornali hanno raccontato i motivi per cui eravamo lì, hanno raccontato le scemenze, il gossip, le caricature. Quando si parla di Napoli e della Campania tutto diventa caricatura. La capacità che c’è nei Paesi civili di parlare nel merito dei problemi qui non c’è”. Secondo De Luca “la nostra democrazia comincia a subire qualche colpo. La democrazia non si autoalimenta, va alimentata dalla partecipazione dei cittadini, dalla difesa della nostra dignità, altrimenti muore. Allora dobbiamo combattere fino a quando non sblocchiamo le risorse che servono ad aprire i cantieri e creare lavoro”

La protesta a Roma

Per De Luca, rispetto ai fondi da sbloccare, “siamo di fronte ad un ricatto politico del governo Meloni, ad una prova di assoluta incapacità amministrativa, e ci dobbiamo confrontare con un ritardo, ad oggi, di un anno e mezzo nella firma del contratto di coesione fra Regione Campania e Governo nazionale”.”È uno scandalo – ha aggiunto – di cui sarebbe bene che parlasse l’opinione pubblica, il mondo dell’informazione. È una vergogna perché è semplicemente un tentativo di ricatto politico che noi abbiamo respinto. La battaglia deve continuare fino a quando non sblocchiamo queste risorse che sono destinate al Sud e alle comunità del Sud, non alla Meloni o a Fitto. Veniamo anche da una vergogna che abbiamo conosciuto una decina di giorni fa, l’aggressione ai sindaci, non si è mai visto in Italia un episodio così scandaloso di cui non si è parlato abbastanza, una vergogna. Abbiamo resistito anche a questa vergogna, adesso dobbiamo andare avanti fino al risultato finale”.

Il caso dei manifesti

“Ringraziamo i giornali che hanno rilanciato anche sul piano nazionale i nostri manifesti, grazie di cuore per l’implementazione”. così il presidente De Luca ha risposto ai cronisti che gli chiedono un commento sulle polemiche per laffissione dei manifesti   contro il Governo Meloni con il logo della Regione Campania. E sull’annunciato ricorso alla Corte dei Conti da parte dei gruppi di centrodestra in Consiglio regionale, De Luca risponde ironico: “Meglio alle Nazioni Unite”.

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